Saranno considerate aree militari.
Poteri assoluti a Guido Bertolaso

GUIDO RUOTOLO
INVIATO A NAPOLI

Il governo fa sul serio per fronteggiare l’emergenza rifiuti, una catastrofe «al pari di un terremoto o di un’eruzione vulcanica» (dixit Silvio Berlusconi). Il presidente del Consiglio si presenta a palazzo Reale alla conferenza stampa con Guido Bertolaso e Gianni De Gennaro al fianco. Il primo, Capo della Protezione civile, è stato appena nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Sarà lui a dover risolvere l’emergenza. E a passargli il testimone è il supercommissario alla monnezza De Gennaro, che Berlusconi ringrazia per il lavoro fatto, prima di elencare i punti della sua rivoluzione perché «Napoli possa avere una vita nuova». Tanto è drammatica la situazione che la terapia indicata è d’urto: discariche e termovalorizzatori. Le proteste non saranno più tollerate, sarà impiegato (insieme alle forze di polizia) anche l’esercito a presidiare discariche e termovalorizzatori, se il sottosegretario Bertolaso lo riterrà necessario. Sarà la Procura antimafia di Napoli a indagare sui reati ambientali e sui rifiuti di tutta la Campania. Una delega apprezzata dal procuratore antimafia di Napoli, Franco Roberti: «E’ un riconoscimento per noi. L’impegno sarà gravoso, serviranno uomini e mezzi». C’è da aggiungere che non potrà essere un singolo pm a decidere per esempio un sequestro preventivo di una discarica o di un sito di stoccaggio: dovrà essere un organo collegiale a decidere. Discariche e termovalorizzatori diventano «aree di interesse strategico nazionale».

In pratica un’area militare. Non saranno tollerate proteste, l’occupazione delle terre, il boicottaggio dei lavori, blocchi stradali per impedire il passaggio dei mezzi. E’ previsto l’arresto per chi entra abusivamente in queste aree o rende difficoltoso l’accesso alle medesime (da tre mesi a un anno di carcere). Chi impedisce o ostacola o rende difficoltosa la complessiva gestione dei rifiuti, è punito con una pena fino a un anno. Ma per i capi, i promotori, gli organizzatori la pena sale fino a cinque anni. Chi distrugge e rovina i beni e gli impianti legati al ciclo dei rifiuti, è punito da 6 mesi a tre anni. Diverse le misure adottate dal Consiglio dei ministri. L’elenco è secretato, ma circolano i nomi dei paesi che ospiteranno le discariche. Sono una decina. E confermano anche quelle indicate dal precedente governo Prodi.

Il principio della «provincializzazione» del ciclo dei rifiuti è rispettato. Caserta, per esempio, dovrebbe avere una discarica e un termovalorizzatore a Santa Maria la Fossa, dove già è aperto un sito di stoccaggio provvisorio di rifiuti, e il termovalorizzatore sarà utilizzato anche per i rifiuti di Avellino e Benevento. Napoli dovrebbe garantire due discariche a Terzigno (una, per la frazione organica stabilizzata) e non è escluso che venga confermata anche Chiaiano. Mentre per il termovalorizzatore (la novità del Consiglio dei ministri), il sindaco Rosa Iervolino avrà trenta giorni di tempo pr indicare il sito (pena sarà Bertolaso a decidere). Potrebbe sorgere nella zona Est della città. Quello di Acerra, a sentire Berlusconi, entro fine anno dovrebbe entrare in funzione.

Ad Avellino, oltre la discarica di Savignano, che dovrebbe aprire entro fine mese, si ipotizza un’altro sito ad Andretta, zona Vallata, mentre per Benevento si conferma Sant’Arcangelo Trimonte. Salerno, che «avrà il suo termovalorizzatore entro trenta mesi» (sempre Berlusconi), dovrà apire un’altra discarica. E probabilmente sarà quella di Valle della Masseria di Serre. In quel territorio è già in piena attività la discarica di Macchia Soprana. Per tutti i comuni interessati alle discariche, sono previste «compensazioni ambientali». Infine, il governo punta molto sulla raccolta differenziata. A questo proposito, se i comuni non manterranno gli impegni assunti, presentando i loro piani entro 30 giorni, saranno commissariati. Non solo, pagheranno una penale: sarà imposta una maggiorazione della tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, pari al 25%, al 35%, al 50%, pari a quei tetti di differenziata che i comuni dovrebbero raggiungere a partire dalla fine del 2008, del 2009 e del 2010.