La donna, sconvolta, ai carabinieri: «Che fate, e ora i miei bambini?»

ROMA (21 maggio) - Anna Maria Franzoni è stata arrestata dai carabinieri a Ripoli Santa Cristina (Bologna) dopo che la Cassazione ha confermato la condanna a 16 anni per l'omicidio del figlio Samuele. I militari della compagnia di Vergato hanno eseguito l'ordine di cattura della procura generale di Torino, all'interno dell'abitazione dell'amica Elisabetta Armenti, attigua alla propria, dove la Franzoni ha atteso la sentenza. La Corte di Cassazione oggi ha confermato la sentenza emessa nell'aprile dello scorso anno dalla corte di assise di appello di Torino per l'omicidio del figlio Samuele di tre anni, avvenuto il 30 gennaio 2002 nella loro casa di Cogne.

«Anna Maria è una donna disperata», ha detto Paola Savio, uno degli avvocati della Franzoni, ai microfoni di Sky Tg24. «La giustizia - ha anche affermato - si svolge in tre gradi di giudizio, e questo era l'ultimo».

Bambini in lacrime. I figli di Anna Maria, i piccoli Davide e Gioele, quando sono arrivati i carabinieri che hanno arrestato la loro mamma sono scoppiati a piangere e a implorarla di «non andare via». Lo ha riferito una vicina di casa che è stato a fianco della donna nell'abitazione di Ripoli dove ha atteso la sentenza. Le persone che hanno assistito all'arresto hanno descritto una donna dall'espressione sconvolta, che si è lasciata andare a una frase di sconforto all'arrivo dei carabinieri: «Che fate, e ora i miei bambini?». Quando è partito il corteo dei carabinieri per portare la Franzoni in carcere, una donna le ha gridato: «Anna Maria, ti vogliamo bene». La Franzoni verrà condotta nella sezione femminile del carcere bolognese della Dozza.

Schiaffi al giornalista. Subito dopo la partenza del corteo delle auto dei carabinieri incaricati di arrestare la Franzoni e di portarla nel carcere bolognese della Dozza, dopo un passaggio dalla caserma di Vergato per altre formalità, alcune persone vicine alla donna hanno inveito contro giornalisti e operatori. L'inviato di Sky Flavio
Isernia è stato colpito con uno schiaffo e preso a spinte. «Ora basta - ha urlato una donna - sono sei anni che va avanti così. Cosa volete che vi diciamo, che ci dispiace?».

I carabinieri hanno raggiunto la Franzoni nell'abitazione adiacente alla sua, quella dell'amica Elisabetta Armenti, dove la mamma condannata ha atteso la sentenza della Cassazione. Nella casa sono arrivate diverse persone, tra cui un uomo con in braccio un bimbo e una donna con due ragazzine.

Cala il sipario su Cogne. Confermando la decisione della Corte d'Assise d'Appello di Torino dello scorso 27 aprile, la Cassazione chiude definitivamente il sipario sul caso Cogne. È stata Anna Maria Franzoni per i giudici ad avere ucciso il figlio. Accolta, dunque, pienamente, la richiesta della pubblica accusa rappresentata da Gianfranco Ciani che aveva appunto sollecitato la conferma della condanna per la "mamma di Cogne".

Il verdetto è arrivato dopo 3 ore di camera di consiglio da parte dei giudici della prima sezione penale presieduti da Severo Chieffi. Il relatore è stato Emilio Gironi, gli altri consiglieri Paolo Bardovagni, Franco Novarese e Francantonio Granero. Con i 16 anni di reclusione per la Franzoni, alla quale sono state dunque confermate le attenuanti generiche oltre allo sconto di pena di un terzo per il rito abbreviato, si riaprono le porte del carcere. In primo grado la mamma di Cogne era stata condannata a 30 anni.

Il legale: ingiusto. «Non lasceremo che questa vicenda abbia un esito così ingiusto»: lo ha dichiarato Paolo Chicco, uno dei legali della Franzoni. Il penalista si riferisce, in particolare, all'inchiesta Cogne-Bis, in cui «potremo intervenire utilizzando gli strumenti previsti dalla legge per cercare la verità». Il Cogne-Bis è un fascicolo gestito dalla procura di Torino su un presunto tentativo di inquinare la scena del delitto: Anna Maria Franzoni vi è indagata insieme ad altre dieci persone, tra cui l'ex difensore Carlo Taormina.

Pg aveva chiesto conferma condanna. Oggi il sostituto procuratore generale della Cassazione aveva chiesto la conferma della condanna della Franzoni «con umana sofferenza ma con giuridica certezza». Per Ciani è valida la metodica usata per la perizia psichiatrica effettuata dalla Corte d'assise d'appello e sono da respingere tutte le obiezioni avanzate dai difensori della Franzoni. È corretto, inoltre, il «trattamento sanzionatorio» anche se, secondo il pg, non si può attribuire «al dolo d'impeto», come viene definito il delitto del quale è accusata la Franzoni, «una intensità elevata, perché quella del dolo d'impeto è una intensità più bassa». Questo l'unico "errore" rilevato da Ciani nel verdetto di appello. Questa piccola correzione non inficia in alcun modo «la validità della sentenza d'appello», ha concluso il pg.

La Franzoni non era in aula ad attendere il verdetto. Di fronte ai giudici c'erano solo i legali, Paolo Chicco e Carlo Federico Grosso che è stato richiamato dalla difesa, per il giudizio in Cassazione, dopo essere stato sostituito da Carlo Taormina nel giugno di sei anni fa.

Taormina: è innocente. «Sono assolutamente convinto dell'innocenza della signora Anna Maria Franzoni», ha detto Taormina commentando con il canale satellitare Sat8 la conferma della condanna. Taormina, secondo quanto riferito dall'emittente, ha aggiunto che continuerà le indagini per conto suo al fine di stabilire la verità dei fatti: «Questo è stato un processo cominciato male e concluso peggio», ha detto il legale, che ha motivato la rottura del suo rapporto professionale con la donna perchè «in disaccordo con alcune decisioni dell'entourage della signora Franzoni».

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