di Massimo Morello
Una metropoli di 13 milioni di abitanti, sintesi di avanguardia e tradizione. E Seul è diventata la nuova Tokyo
"Antico e moderno sono connessi, l'evoluzione discende dalla tradizione. Da 3 mila anni noi componiamo segni che oggi fanno tendenza", spiega il calligrafo Kim Tae-wan, nella sua galleria a Seul. "Tradizione e avanguardia sono complementari", afferma Minsuk Cho, architetto formato a New York. Tale simbiosi ha generato la Korea Wave, l'onda coreana.

Un fenomeno che si esprime nella definizione del neologismo Hanryuwood (l'onda coreana, han-ryu, e Hollywood) e rappresenta il cinema di registi come Kim Ki-duk. Ma non solo: l'editoria coreana è stata protagonista all'ultima Buchmesse, la rivista 'Icon' ha messo la Corea del Sud tra i 20 indirizzi più importanti nel design, il 'Financial Times' ha indicato Seul come una delle capitali più originali.

Seul, 'la nuova Tokyo', è una metropoli di 13 milioni d'abitanti che per il governo deve rappresentare l'identità del paese. Ne è esempio il Leeum museo, dalle sale ipertech con collezioni di ceramiche, bronzi buddisti, dipinti fantasy della scuola di Jeong Seon. Sulla collina del museo, le case dell'upper class coniugano funzionalismo e principi del feng-shui, mentre sotto, l'area di Itaewon è un percorso cosmopolita di ristoranti, negozi, pub. In centro l'ultramodernità si scompone in aree che sono una versione Seon (tradizione Zen coreana) del Greenwich Village, conglomerati come Insadong di gallerie d'arte e case da tè.
Il palazzo reale è preceduto da edifici in stile Lloyd Wright, e di fronte al museo delle Tradizioni popolari gli stilisti espongono rivisitazioni dell'hanbok, l'abito tradizionale.