D'Alema: non si usi solo la forza
 
Chiaiano vive ore di relativa calma, dopo gli scontri di sabato mattina, ma la tensione resta palpabile. I comitati antidiscarica mantengono il presidio, in attesa degli incontri che il sottosegretario Bertolaso avrà in prefettura con gli amministratori delle zone indicate nel decreto del Governo come possibili sedi di nuove discariche: tra i rappresentanti dei territori ci sarà anche il presidente della municipalità di Chiaiano, Carmine Malinconico. I manifestanti non sembrano disposti a trattare: andremo via dalle strade, dicono, solo se ci sarà un ripensamento ufficiale sulla discarica a Chiaiano. Intanto la barricata costruita mettendo insieme cassonetti della spazzatura e filo spinato resta, sul piazzale epicentro della protesta, emblema eloquente di un clima da guerriglia pronto a riesplodere. Qualche momento di tensione si è verificato  con i giornalisti: i manifestanti chiedono che vengano messe in onda dalle tv nazionali tutte le immagini degli scontri con la polizia, e questo è stato oggetto di una diverbio. Intanto migliora, sia pure a macchia di leopardo, la situazione dell'immondizia in strada: Napoli è in gran parte pulita (ma ieri sera cumuli di spazzatura sono stati dati alle fiamme a Chiaia, «salotto buono» del capoluogo), mentre restano zone di forte sofferenza in provincia, così come nel Casertano.

C'è ancora rabbia per i fatti di sabato mattina, in particolare per il ferimento di un giovane caduto da un muro. Sarebbe stato spinto dalla polizia secondo molti testimoni. «Quel giovane è stato spinto». Uno dei due uomini che ieri sono precipitati da un muro ad oltre dieci metri di altezza (ancora ricoverati in ospedale con delle fratture alle gambe e ai piedi), secondo chi lo ha visto cadere è stato spinto dalla polizia. Il racconto ha elementi anche più inquietanti: «ho sentito le urla di un ragazzo che diceva di essersi spezzato le gambe, e mi sono affacciata al balcone - racconta una donna che vuole mantenere l'anonimato - ero al primo piano, a casa di una amica, e ho visto tutto. Il secondo giovane è stato spinto dalla polizia, che procedeva in avanti a manganellate. Quel giovane è rimasto aggrappato al muro, e qualcuno gli ha pestato le dita con il manganello, facendolo cadere». Su questa sequenza i manifestanti contestano i giornalisti oggi: «Avevate tutte le immagini, ma non le avete mandate in onda - dice Antonio Conte, uno di loro, che conferma la dinamica - anche io ero lì, e ho visto il ragazzo spinto dalla polizia». Si unisce al coro dei testimoni oculari delusi dai media, Vittorio Violante: «Sono un biologo, abito in un palazzo molto vicino al presidio. Ero lì, ho visto: quel giovane è stato spinto».

Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, conferma però la linea dura. «Molotov e bombe carta metteranno nei guai solo chi le utilizza» dice in una intervista a Repubblica. «Andremo fino in fondo. È l'unico modo per risolvere una tragedia nazionale». Per il responsabile del Viminale - che non si dice sorpreso dalla reazione di Chiaiano, «visti i precedenti» - non può esserci alcun tipo di «dialogo con chi usa la violenza come metodo di convincimento». A Iervolino che aveva lanciato un allarme sul rischio di un nuovo "caso Genova", risponde: «Mi piacerebbe che gli appelli siano fatti anche a chi sta dall'altra parte».

D'Alema: temo che qualcuno voglia affidarsi solo alla forza


Un «appello alla calma», affinché per la soluzione dell'emergenza rifiuti in Campania «non ci si affidi in modo esclusivo all'uso della forza». A rivolgerlo è Massimo D'Alema, commentando gli incidenti a Chiaiano, alla periferia di Napoli, tra manifestanti contro la discarica e forze dell'ordine. Al termine dei tre giorni della fondazione Italianieuropei su “Democrazia e religione”, D'Alema si dice «preoccupato dagli episodi di violenza e spero che la situazione possa tornare alla calma. Faccio appello alla calma», affinché «per risolvere questa sfida difficile» dell'emergenza rifiuti, «prevalga lo sforzo alla risoluzione dei problemi attraverso la ragionevole collaborazione delle amministrazioni locali».

Tuttavia, aggiunge D'Alema «temo ci si affidi in modo esclusivo all'uso della forza». Ma, avverte l'ex ministro degli Esteri, «questo potrebbe lasciare una ferita» nei rapporti tra cittadini ed istituzioni, perché bisogna tener presente che tra i manifestanti «non ci sono solo facinorosi di professione, ma anche cittadini normali e bisogna preoccuparsi della loro tutela».