In mattinata tafferugli, cariche e manganellate tra polizia e manifestanti
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni: "Aggressioni ingiustificabili"

  

NAPOLI - Dopo quelli della notte tornano gli scontri davanti alla discarica di Chiaiano. Da una parte i cittadini che si oppongono all'apertura della discarica, dall'altra le forze dell'ordine. Alla fine si contano alcuni feriti, un lancio di bombe molotov e il monito del governo che, per bocca del ministro dell'Interno Roberto Maroni definisce "ingiustificabili" le "aggressioni" alle forze dell'ordine, riaffermando la decisione del governo di andare avanti con il piano varato dal Consiglio dei ministri.



Mentre ancora si fanno i conti con le violenze di ieri e c'è chi denuncia la mano pesante della polizia, la tensione si rialza improvvisamente. Accade quando si diffonde la notizia che nell'elenco delle discariche da aprire c'è anche quella di Chiaiano. Il passaparola raduna decine di persone che si attestano dietro un autobus messo di traverso sulla strada. Alcuni tecnici dell'Anm tentano di spostarlo senza successo. I disordini cominciano verso le 11, la polizia carica, bersagliata da pezzi di legno, sassi e alcune bombe carta. Un ragazzo resta ferito. La tensione è altissima. "Assassini" è l'urlo che si alza alla volta dei poliziotti. Dai manifestanti parte un nuovo lancio di bombe carta verso le forze dell'ordine in assetto antisommossa che non reagiscono e indietreggiano. Altri due manifestanti rimangono lievemente feriti cadendo. Dall'altra parte un agente rimane ustionato da una bottiglia molotov. Un altro funzionario resta contuso.

Poi la situazione si calma, anche perché si viene a sapere che il sottosegretario Guido Bertolaso incontrerà a partire da domani le autorità locali dei comuni dove dovranno essere realizzate le discariche. I manifestanti, però, non abbassano la guardia e creano una barriera con cassonetti della nettezza urbana lungo la strada che porta alla discarica. Intorno stendono decine di metri di catene e di filo spinato. Un modo d'agire che fa dire al pm Mario Di Iorio quanto quella di questi giorni "sia una vera e propria guerriglia".

Nel tardo pomeriggio parte il corteo, pacifico. In prima fila c'è anche una bimba ferita al braccio negli scontri di ieri sera: per tutti e cinquemila il grido di battaglia è uno solo: 'Resistenza, resistenza".

Ma a Roma, Berlusconi e Maroni si telefonano: "Non si torna indietro, non si cede, il problema va risolto". Dietro le barricate i manifestanti si apprestano ad un'altra notte di veglia.