BRESCIA (26 maggio) - Davide Sobacchi, il marito di Agnese Schiopetti, la donna di 27 anni trovata morta domenica mattina nel lago d'Iseo, è fermato nella notte dai carabinieri con l'accusa di omicidio volontario. I sospetti si erano addensati sull'uomo fin dalle prime ore delle indagini.

Il cadavere della donna era stato trovato domenica mattina a Marone da alcuni sub che si stavano immergendo nel lago. La donna è stata strozzata e presenta ematomi sul corpo in base ai quali si ipotizza che possa anche essere stata picchiata. In gola aveva della stoffa di colore rosso.

Nelle ore successive al ritrovamento gli investigatori hanno imboccato la pista dell'omicidio e il principale sospettato è stato subito il marito della donna, interrogato a lungo nella caserma dei carabinieri d'Iseo. I due ultimamente non andavano molto d'accordo e sembra che fossero sul punto di separarsi. Anche ieri sera avevano litigato.

Una serie di contraddizioni durante il lungo interrogatorio a cui è stato sottoposto, una ricostruzione dei fatti apparsa agli investigatori «senza logica», oltre a riscontri oggettivi. Sono gli elementi che hanno portato in carcere il marito 28enne della donna. I carabinieri della compagnia di Chiari, diretti dal capitano Alessandro Amedei e coordinati nelle indagini dal pm Claudia Moregola, hanno sottoposto a sequestro sia l'abitazione, dove i coniugi vivevano, in via Conventino a Ospitaletto, che l'auto dell'uomo.

La donna morta era stata trovata senza documenti. La sua identificazione è stata resa però più semplice dalla denuncia di scomparsa sporta dal marito proprio ieri mattina. Anche volendo, del resto, non avrebbe potuto ritardare la segnalazione ai
carabinieri. Ieri mattina, infatti, una cognata è andata a trovare lui e la moglie e a salutare il loro bambino. A quel punto Sobacchi ha detto che prima di andare a dormire avevano litigato. Poi si era alzato perché aveva sentito piangere il
bambino e non aveva trovato la moglie in casa.

Il pm Moregola, che sta coordinando le indagini si è occupata recentemente di due altri casi di delitti in famiglia, che hanno avuto notevole eco: l'omicidio dei coniugi Donegani, per cui è stato condannato all'ergastolo il loro nipote Guglielmo
Gatti, e la morte di Clara Bugna, per il cui omicidio è stato pure condannato all'ergastolo il marito Bruno Lorandi, che vent'anni prima era stato assolto dall'accusa di avere ucciso il figlio Cristian.

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