Veltroni: «Opposizione dura». Anche Idv e Udc contro l'emendamento

ROMA. Nessun passo indietro. Il governo non ritira l'emendamento al decreto 'salva-infrazioni' in materia di frequenze televisive. Un situazione che ha portato Walter Veltroni a pronunciare parole dure: «È un emendamento sbagliato nel metodo e nel merito. E come tutte le cose sbagliate nel metodo e nel merito avrà l’opposizione che merita». Di Pietro: «Berlusconi si fa una legge a suo uso e consumo»
Antonio Di Pietro punta dritto su Silvio Berlusconi per l’emendamento del governo sulle tv al dl in esame alla Camera. «Il Presidente del Consiglio - accusa- si fa una legge a suo uso e consumo. Questa volta il governo ha presentato una proposta criminogena per salvare Rete4. Ancora una volta saranno gli italiani a pagare per Silvio Berlusconi. E' un emendamento per aggirare la sentenza della Corte di Giustizia europea e quella della Corte Costituzionale italiana, che danno ragione a Europa7», afferma.

«Piuttosto che dare immediata esecutività a quella sentenza, come sarebbe avvenuto in qualsiasi Paese democratico, il nostro Governo risponde con un emendamento per aggirarla. Quella gara fu vinta da Europa7 a cui non è stato mai permesso di trasmettere fin dal 1999. Oggi Rete4, se dovesse passare questo emendamento, continuerebbe a farlo, in barba a qualsiasi rispetto delle leggi e delle sentenze», denuncia sul suo blog il leader di Idv. «Berlusconi - conclude l’ex Ministro- è un uomo di cui non ci si può fidare e che antepone gli interessi delle sue aziende a quelli della collettività che dovrà pagare 350 mila euro al giorno con effetto retroattivo dal primo gennaio 2006 per vedere Emilio Fede: 127 milioni di euro annui, questo il prezzo pagato a Rete 4 dagli italiani».

Vietti: «Una forzatura da parte del governo»
Anche l’Udc chiede al governo di ritirare la norma 'salva Rete4' inserita nel dl sugli adempimenti comunitari all’ esame della Camera. Nel suo intervento in Aula a Montecitorio, Michele Vietti ha definito una forzatura dal parte del governo voler inserire a tutti i costi questa norma nel dl e imporne l’approvazione in tempi forzati. Il sottosegretario alle Comunicazioni Romani - ha detto Vietti - ha sostenuto che la norma non è un emendamento salva-Retequattro e che sui media è scattato un allarme ingiustificato.

«In realtà l’emendamento non mi sembra affatto rassicurante: al comma 3 si sostituisce il sistema delle licenze con un meccanismo di autorizzazione generale e soprattutto si stabilisce che tutti i soggetti che ne hanno titolo continuino a trasmettere fino all’attuazione del piano delle frequenze in digitale. Disposizioni nelle quali leggo un modo per impedire l’ingresso nel mercato tv di Europa 7 al posto di Retequattro». Anche volendo applicare l’interpretazione minimalista di Romani, il governo tenta comunque di strangolare il dibattito. Su questi temi, l’Udc si dice «disponibile al dialogo senza pregiudiziali se l’emendamento verrà ritirato - ha concluso Vietti - e ripresentato in un altro contesto».

Confalonieri: «L'emendamento è sacrosanto»
L’emendamento 'salva Rete4’ presentato ad un provvedimento in discussione alla Camera «è sacrosanto». Ad affermarlo il presidente di Mediaset al termine dell’assemblea di Confindustria.