La situazione si e' sbloccata ieri, a quasi un mese dal passaggio del ciclone Nargis che ha fatto 134mila tra morti e dispersi, la giunta militare del Myanmar ha finalmente concesso il visto d'ingresso a tutto il personale delle Nazioni Unite inviato per gli aiuti.

Ne ha dato notizia il Palazzo di Vetro, ricordando che il via libera delle autorita' dell'ex Birmania era arrivato dopo un incontro venerdi' scorso tra il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon e il capo della giunta, generale Than Shwe. In una nota, le Nazioni Unite hanno fatto sapere anche che e' stato dato il via libera anche all'accesso della maggior parte dei cooperanti nella zona del delta dell'Irrawaddy, la zona piu' colpita dal passaggio di "Nargis" il 3 maggio scorso, dove milioni di persone soffrono ancora per la mancanza di cibo e acqua potabile.

Ma  con la consueta retorica di regime la giunta militare continua a sottolineare l'inutilita' degli aiuti. Ai sopravvissuti al ciclone Nargis, che ha devastato le regioni del delta dell'Irrawaddy, i militari  dicono che chi e' scampato al disastro puo' fare a meno delle "barrette di cioccolato" e nutrirsi di rane e pesce.

A Maria Antonietta la famosa frase rivolta al popolo senza pane 'Mangino brioches' non porto' fortuna, fini' ghigliottinata, ma la giunta birmana, dopo il disastro di Nargis,  ha rinserrato i ranghi.
L'ultima mossa e' stata l'estensione degli arresti domiciliari alla leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi e il varo della nuova costituzione che finira' per rendere piu' forte la presa dela dittatura sulle istituzioni.

L'organo ufficiale della giunta, il quotidiano 'Nuova luce di Myanmar', ha avvertito la popolazione a stare attenta che i soccorritori internazionali "non ne approfittino per ficcare il naso nelle case" e hanno criticato i Paesi donatori che hanno vincolato la concessione di aiuti in denaro al pieno accesso alle aree piu' colpite del Delta.  

Nonostante il disprezzo mostrato dai media ufficiali, le agenzie umanitarie sono riuscite in alcuni casi a ottenere i visiti e a garantirsi l'accesso al Delta dove si calcola che le vittime di Nargis siano almeno 133mila. L'Asean stima che i sopravvissuti - ora disperatamente bisognosi di cibo, acqua e medicine - siano quasi due milioni e mezzo.

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