di Alessandro Gilioli
Con l'acquisto di YouTube, il sito di Brin e Page mette le mani sui media del futuro. E punta alla videoinformazione personalizzata
Google campus in California
Mentre in Italia giornalisti ed editori si scannano sulla qualifica di redattore esperto e sugli scatti biennali, il mondo della comunicazione se ne va da un'altra parte. E anche se nessuno ha capito bene quale, un po' di indizi sono stati seminati nei giorni scorsi da una serie di diversi eventi la cui concomitanza pare assai poco casuale.

Primo indizio: Mountain View, 9 ottobre. Google annuncia di aver acquistato YouTube, il più grande sito di contenuti audiovisivi del mondo, un portalone che raccoglie un'infinità di clip (autoprodotti e non), con oltre 100 milioni di download al giorno. Per qualcuno, è la tv on demand del futuro. Poco prima di finire nelle mani di Google, YouTube aveva firmato contratti per la diffusione sul proprio sito dei contenuti di colossi multimediali come Sony, Universal e Cbs. Con Warner Music l'accordo era già stato siglato a settembre.

Secondo indizio: Londra, 8 ottobre. James Murdoch (figlio del tycoon Rupert) e l'ex vicepresidente Usa Al Gore (oggi editore di Current tv) annunciano un'intesa per la trasmissione di Current in Gran Bretagna e Irlanda. Il palinsesto del canale di Gore, che negli Stati Uniti raggiunge già 30 milioni di case, è creato per circa un terzo con i contenuti inviati via Web dai suoi utenti, quasi tutti sotto i 35 anni. Su Current presto anche gli spot saranno generati dal basso: la rete ha infatti già firmato accordi con Sony, Toyota e L'Oréal per la creazione da parte degli utenti delle pubblicità.

Terzo indizio: Redmond, 27 settembre. Microsoft annuncia il rilascio in versione beta di Wallop, un sito di social network pensato per far concorrenza a MySpace e Facebook. MySpace, di proprietà di Murdoch, ha superato poche settimane fa la quota dei 100 milioni di utenti registrati, è un oggetto di culto dei teenager americani ed è una gallina pubblicitaria dalle uova d'oro per il suo editore. Secondo il 'Financial Times', è già a buon punto il progetto per il suo lancio in Cina. Facebook, creato un paio d'anni fa dal ventiduenne Mark Zuckerberg, secondo il 'Wall Street Journal' è nelle mire di Yahoo!, che offrirebbe un miliardo di dollari per integrarlo con il suo servizio 'Yahoo 360 ', nato pochi mesi fa proprio per competere con MySpace. Anche altri social network, come Friendster, Xanga.com, LinkedIn o Tribe.net, sarebbero nei desideri di diversi colossi hi-tech.

Quarto indizio: Sunnyvale, California, 3 ottobre: Yahoo! annuncia l'acquisto di Jumpcut, un sito creato sei mesi fa per gli amanti dei video autoprodotti. Jumpcut permette la pubblicazione e la condivisione on line di foto, musica e video, ma fornisce anche la possibilità agli utenti di realizzare dei montaggi video con un'interfaccia Web. Un anno e mezzo fa Yahoo! aveva comprato il sito di sharing di fotografie Flickr, molto amato dai blogger, e otto mesi fa si era mangiato Del.icio.us., popolare portale di condivisione dei bookmark.

Ultimo indizio, più nostrano: Milano, 9 ottobre. L'operatore telefonico Fastweb e Sky Italia annunciano un accordo per un'offerta comune di servizi. In pratica, la compagnia fondata da Silvio Scaglia, leader nella fibra ottica, offrirà tutto il bouquet di Sky via Internet, senza 'padella' e con il vantaggio potenziale - rispetto al broadcasting via satellite - della visione asincrona: i programmi di Sky (tipo i film) potranno essere guardati quando decide l'utente e non quando sono trasmessi dall'emittente. Meno di un mese prima, Fastweb aveva firmato un accordo con Vodafone per un'offerta comune fisso-mobile. Con queste due alleanze, Fastweb diventa l'hub di un sistema 'triple play' (telefonia fissa, mobile e tv) che va a contrapporsi frontalmente a quello sognato da Telecom, con Tim e Alice. Sky, oltre a moltiplicare i potenziali abbonati alla sua tv, con questo matrimonio vede la possibilità di usare la rete di Fastweb per lanciare anche in Italia MySpace. Intanto nasce il primo social network italiano pensato per gli studenti universitari, Unispace.it.

Insomma, nel giro di poche settimane è montata una marea di intese, acquisizioni, corteggiamenti, accordi, start up e contratti che hanno come denominatore comune la convinzione che l'editoria planetaria sia alla vigilia di una svolta notevole. Una rivoluzione in cui i contenuti cambiano sia per il modo in cui sono creati sia per il modo in cui vengono fruiti. Dalla parte della produzione, i professionisti della comunicazione (registi, musicisti, giornalisti, intrattenitori etc) vanno inevitabilmente mescolandosi e confrontandosi con i contenuti creati dagli utenti stessi (blogger, videoamatori, micropublisher eccetera). Dalla parte del consumo, il lettore-spettatore-internauta diventa un soggetto le cui preferenze (in tema di musica, siti, entertainment, news eccetera) vanno a costituire - individuo per individuo - un cocktail unico e personalizzato che gli editori cercano di soddisfare in una prospettiva sempre on demand.
Il caso più eclatante, quello di Google che si è comprato YouTube, palesa bene questa dinamica: l'obiettivo infatti è "riorganizzare il mondo dell'informazione", come ha detto il presidente di BigG, Erich Schmidt, utilizzando per i ritorni economici su YouTube gli stessi meccanismi di vendita della pubblicità già usati con successo da Google.

Una strada che porta dritta filata verso lo scenario previsto un paio d'anni fa da 'Epic 2014', un videoclip prodotto da Robin Sloan e Matt Thompson. Vi si racconta come Google arrivi, entro un decennio, a mixare i propri servizi in una piattaforma universale on line che aggrega e contiene tutti i media e tutte le reti sociali, capace di realizzare ogni articolo di giornale, ogni musica, ogni show e ogni spot sulla base dei gusti e dell'interesse di ciascun utente. Si chiamerà, nella profezia del filmato, Epic (Evolving Personalized Information Construct) e nel 2011 vincerà una causa intentata dall'agonizzante editore del 'New York Times', incapace di passare all'informazione personalizzata su carta elettronica aggiornabile.

A proposito, il filmato 'Epic 2014', molto divertente, si può scaricare gratis in quattro lingue. Dove? Su YouTube, naturalmente.