Antonello De Pierro ribadisce la presenza d’un forte problema di sicurezza nella capitale, richiedendo un maggior intervento delle forze dell’ordine

 

 

Roma, 21 febbraio 2008 – “Di fronte a una notizia del genere si resta sconcertati” questa la prima dichiarazione di Antonello De Pierro, presidente del movimento nazionale Italia dei Diritti, sugli sviluppi del caso Reggiani.


Dorin Obedea, padre della ragazza di Mailat Romulus, il giovane romeno che uccise Giovanna Reggiani, ha parlato al giudice di Bucarest, riferendo che assistettero all’omicidio, senza prestare soccorso, altri tre connazionali dell’assassino: Emilia Neamtu, la donna che poi fermò successivamente un autobus per chiedere soccorso e indicò agli investigatori Mailat, suo figlio e lo stesso Obedea, il quale ha riferito anche che i genitori di Mailat aiutarono nella sparizione della refurtiva, facendola arrivare nelle mani della fidanzata e portandola in Romania, dove ancora si troverebbe. La Neamtu, che era stata messa sotto protezione, avrebbe addirittura suggerito all’assassino di gettare la donna, ancora viva, nel fosso in cui fu poi ritrovata.
“Il comportamento della Neamtu, che è quello di un complice che si finge testimone usufruendo inoltre della protezione, è aberrante” afferma De Pierro.
Intanto, nella giornata di ieri (mercoledì 20 febbraio), un giovane veniva accoltellato da tre ragazzi dall’accento presumibilmente romeno, durante un tentativo di scippo in via di Portonaccio, riportando ferite non gravi. È stato infatti dimesso dall’ospedale Vannini con una prognosi di dieci giorni.
“Alla luce dell’episodio di ieri è chiara la necessità di mettere in campo leggi più efficaci per arginare i fenomeni criminosi. Bisogna sollecitare l’intervento degli appartenenti alle forze dell’ordine, anche fuori dal servizio, con campagne di sensibilizzazione e magari con interventi legislativi meno garantisti che non imbriglino polizia e magistratura tra le maglie di leggi che, nella realtà dei fatti, si rivelano inefficaci” continua De Pierro.
“Sarebbe opportuno affiancare alle forze di polizia nazionale operatori di polizia municipale nel controllo del territorio. Come ho detto più volte, anche solo per statistica, è impensabile che nel luogo di un reato non si trovino mai a passare un poliziotto, un carabiniere, un finanziere, un agente di polizia penitenziaria o un agente del corpo delle guardie forestali, anche fuori servizio”.