a cura di Paolo Forcellini
Per la prima volta dopo la fine del fascismo, i vigili urbani milanesi avranno in dotazione un manganello. In gomma e senz'anima metallica, lo sfollagente sembra un compromesso all'italiana per evitare contestazioni troppo accese
Letizia Moratti, sindaco di Milano
Sorpresona a Milano. Entro la fine dell'anno 1.500 vigili urbani riceveranno in dotazione 'bastoni distanziatori', ovvero 'sfollagente' ('Il Giornale'), ovvero 'manganelli' (italiano da bar).
La notizia è uscita sulle cronache milanesi all'indomani della cerimonia al Teatro Paolo Grassi per il 146 anniversario di fondazione del corpo (i ghisa nacquero con lo Stato unitario). Quello che nessuno ha raccontato, neanche il sindaco Letizia Moratti, è che il riarmo annunciato è una prima assoluta in epoca repubblicana. I vigili ambrosiani giravano disarmati dal 1945, dopo la caduta del nazifascismo. Non erano dotati di manganelli neppure ai tempi cupi degli anni di piombo.

Tra l'altro, il 'bastone distanziatore', in gomma e senz'anima in ferro, nasce come variante della 'mazzetta di segnalazione': un compromesso all'italiana, forse, per evitare contestazioni troppo accese.

Non è passata, o non ancora, la proposta dello spray al peperoncino: per quello ci vuole una modifica della legge attuale. A proposito, nel 1860 il manganello c'era: si chiamava canna d'India.

E. A.