Nel decreto sicurezza anche le prostitute. Il governo è pronto a toglierle dalle strade inserendole nell'elenco dei soggetti pericolosi per la sicurezza e la pubblica moralita'.

 

La misura in un emendamento al provvedimento introdotta dai relatori al Senato, i presidenti delle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali di Palazzo Madama, Filippo Berselli (AN) e Carlo Vizzini (FI).

La proposta di modifica prevede che nella legge del 1956 (la n. 1423) sulle "misure di prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza e la pubblica moralita"' venga inserita anche la categoria delle prostitute accanto a quelle degli oziosi e dei vagabondi; di chi pratica traffici illeciti; dei delinquenti
abituali; degli sfruttatori di prostitute e minori; degli spacciatori.

Nell'emendamento si legge che deve essere considerato soggetto pericoloso per sicurezza e moralita' anche chi vive "del provento della propria prostituzione e venga colto nel palese esercizio di detta attivita"'.

I 'soggetti pericolosi', secondo la legge in vigore, possono essere diffidati dal questore e, se trovati a delinquere fuori dei luoghi di residenza, possono essere allontanati con foglio di via obbligatorio e inibiti dal ritornare per un periodo massimo di tre anni.

Per i disobbedienti scatta il carcere fino a sei mesi. Nella sentenza di condanna poi dovra' essere
disposto che, una volta scontata la condanna, il "contravventore" dovra' essere rimpatriato.

Se, nonostante la diffida del questore, il soggetto pericoloso non si ravvede cambiando vita, scatta la sorveglianza speciale che puo' essere accompagnata anche dalla misura del divieto di soggiorno in uno o piu' comuni o in una o piu' province.

Fino all'obbligo di soggiorno in un determinato comune. La misura di prevenzione, che dovra' essere decisa dal giudice, non potra' essere inferiore a un anno e superiore a cinque.

 

 

 

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