MILANO (5 giugno) - La Corte europea dei diritti dell'uomo ha chiesto mercoledì al governo italiano di comunicare dove si trova Essid Sami Ben Khemais, detto Saber, espulso il 2 giugno dall'Italia su decreto del ministro dell'Interno Roberto Maroni. Stando all'avvocato Sandro Clementi, uno dei legali del tunisino, la Corte non ha ancora ricevuto risposta. Clementi ha spiegato di aver chiesto al ministro dell'Interno e al ministro della Giustizia tunisino di consentirgli, in virtù dei trattati bilaterali tra Tunisia e Italia, di poter sapere dove si trova il proprio assistito perché possa avere colloqui con lui e svolgere il proprio mandato difensivo. 



Saber, già condannato a 6 anni e 2 mesi, già scontati, per associazione a delinquere aggravata dalle finalità di terrorismo, ha in corso attualmente altri procedimenti: uno, appunto, di fronte alla Corte europea che aveva sospeso la sua espulsione e un altro nell'ambito del quale, il 3 giugno scorso, sarebbe dovuto comparire davanti al Gup di
Milano Clementina Forleo. Clementi ha inoltre spiegato di aver chiesto al ministro dell'Interno e al ministro della Giustizia italiani che, sempre in virtù dei trattati bilaterali tra i due Paesi, il Governo italiano si faccia garante delle condizioni carcerarie del detenuto.

La Corte europea aveva sospeso l'espulsione di Saber perché poteva essere in contrasto con l'articolo 3 della Convenzione sui diritti dell'uomo che vieta l'uso della tortura e di trattamenti degradanti nei confronti dei detenuti, ma seondo il Viminale da parte dei giudici comunitari «non c'è stata alcuna sospensione del provvedimento di espulsione di Essid Sami Ben Khemais». L'espulsione, aveva aggiunto il ministero dell'Interno, «è stata legittimamente eseguita dal ministero dell'Interno dopo aver
ottenuto i necessari nulla osta da parte della magistratura italiana e dalle autorità tunisine»..

Saber dovrà comparire il prossimo 2 luglio davanti al tribunale militare di Tunisi. Secondo quanto spiegato dal suo legale, ieri il tunisino è comparso davanti ai giudici militari di Tunisi per un'udienza preliminare nell'ambito di un procedimento che lo vede imputato in patria ma, dal momento che non aveva l'assistenza di un legale, si è rifiutato di partecipare all'udienza che, pertanto, è stata rinviata al 2 luglio. Saber, in Tunisia, è stato condannato a 30 anni di carcere con due diverse sentenze emesse mentre l'imputato era contumace.

 

 

 

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