Il businnes delle telecomunicazioni, killer silenzioso dei cittadini italiani



Il mondo della comunicazione è in continua espansione e con esso, il problema della diffusione capillare delle antenne ad emissione di onde elettromagnetiche.


Il presidente di Italia dei Diritti, Antonello De Pierro, ha intenzione di far richiesta di incontro con i Ministri dell’Ambiente e della Salute del prossimo governo, affinchè l’istituzione centrale, in merito alla questione, faccia il possibile per vigilare sul rispetto delle norme esistenti in materia e garantisca l’attuazione di programmi di informazione sulla pericolosità sociale delle antenne.
“E’ indispensabile prendere una posizione netta di fronte a questo fenomeno, che si avvia sul percorso di una crescita esponenziale – ha dichiarato De Pierro – se si continua di questo passo si perderà completamente il controllo della situazione”. Ma vediamo di che tipo di “onde” si tratta: vengono emesse da antenne che trasmettono il segnale per compagnie di telefonia mobile, radio e televisioni. Ormai l’intero Paese è interessato da un problema insidioso quanto silenzioso, frutto di una scorretta applicazione della legge, a cui si aggiunge l’incuria da parte di alcune amministrazioni locali, colpevoli di non attuare i piani di delocalizzazione degli impianti, necessari a limitare il pericolo sanitario per gli abitanti delle zone limitrofe.
Il fenomeno “antenna selvaggia”è in continua espansione anche a causa di una certa ambiguità relativa agli effetti prodotti dalle onde emesse dagli impianti sotto accusa: i dati scientifici diffusi riportano spesso risultati contrastanti, si vocifera a causa della commissione delle ricerche da parte delle multinazionali che gestiscono la telefonia in Italia e che contribuiscono a creare un clima di confusione che alimenta il diffondersi delle antenne sul territorio nazionale. “Le onde elettromagnetiche prodotte da apparati di trasmissione sono indubbiamente nocive per la salute, anche emesse in piccole quantità, poiché già il corpo umano ne produce in misura tollerabile e quindi basta elevare anche di poco l’intensità per causare dei danni all’organismo”
Ma c’è dell’altro: comitati locali denunciano pressioni da parte di alcune compagnie telefoniche su singoli cittadini e condomini, spesso indotti ad accettare l’installazione dell’antenna su promessa di un compenso economico.
Non mancano “furberie” e mosse accorte in relazione alla gestione del rilascio delle autorizzazioni: facendo leva sul ritardo di risposta da parte dei Comuni, le società interessate all’installazione dell’antenna si avvalgono del “silenzio assenso” dell’amministrazione locale, finendo col raggiungere l’obiettivo.
Il cittadino, dunque, si ritrova incastrato tra scarsa informazione circa la pericolosità sociale delle antenne ad emissione e mancata applicazione delle norme legislative, che prevedono l’attuazione di piani di delocalizzazione degli impianti e censimenti periodici finalizzati a monitorare il numero di antenne sul territorio.
L’Italia sembra aver dimenticato la tutela della salute pubblica, spesso barattata per poche centinaia di euro, sborsate all’ignaro cittadino. Qualcosa sembra però si stia muovendo: stanno fiorendo su tutto il territorio, comitati locali che spesso non riescono a far sentire la propria voce alle istituzioni, nonostante“ la situazione rientri nella presunta violazione del diritto alla salute del cittadino che lo Stato dovrebbe tutelare come previsto dall’articolo 32 della Costituzione della Repubblica italiana. Italia dei Diritti si opporrà strenuamente a qualsivoglia lesione di questo diritto inviolabile,anche con manifestazioni eclatanti. E’ necessario che si istituiscano delle commissioni d’inchiesta - ha poi concluso De Pierro – oltre che di ricerca da parte delle istituzioni e non, come spesso accade, finanziate dagli stessi gestori. L’imparzialità dei risultati è un elemento fondamentale per la tranquillità sanitaria dei cittadini. Per evitare il proliferare di ripetitori che si estendono indiscriminatamente e selvaggiamente sul territorio, stritolando l’ignara popolazione in una ragnatela perigliosa, tessuta in nome del profitto e sacrificando la stessa popolazione sull’altare di colossali interessi affaristici, è necessaria, innanzitutto, una decisa campagna di informazione affiancata da un impegno costante delle autorità deputate al controllo e alla salvaguardia della sicurezza ambientale”.