Antonello De Pierro, presidente dell’ Italia dei Diritti, commenta la sfida lanciata ai clan dagli imprenditori palermitani

  


Roma – Sabato apre a Palermo il primo supermercato “pizzo-free”, un negozio che vende solo prodotti di commercianti che hanno deciso di ribellarsi pubblicamente alle estorsioni aderendo al comitato “Addiopizzo”, al cui interno è nata la "lista di consumo critico", un elenco pubblico che riporta i 241 nomi di imprenditori e commercianti che si sono opposti al racket delle estorsioni, in modo che la città sappia da chi comprare senza rischiare di foraggiare le organizzazioni criminali.


L’iniziativa nasce dalla volontà di trenta imprenditori e commercianti palermitani di far confluire i loro prodotti "certificati Addiopizzo" in un unico punto vendita, un piccolo grande emporio della legalità, che verrà inaugurato nel cuore di Palermo.
Forte dell'ondata di successi raccolti in questi quattro anni di attività, il cartello degli imprenditori antimafia lancia la sua sfida: combattere la criminalità dal basso, a partire dagli atteggiamenti quotidiani, per arrivare a sconfiggere un sistema radicato. Comprare solo in alcuni negozi e non in altri, è secondo loro uno di questi atteggiamenti.

“È una grande iniziativa che lancia un messaggio molto importante alla città di Palermo che nella lotta contro la mafia ha già pagato un prezzo di sangue elevatissimo”, così Antonello De Pierro, presidente del movimento nazionale dell’ Italia dei Diritti, commenta l’iniziativa degli imprenditori palermitani.
“Finalmente – prosegue De Pierro - sembra che la città tutta si stia risvegliando dal lungo torpore impostole dall’ humus subculturale che ha permesso alle organizzazioni mafiose di proliferare.
Questo è un modo coraggioso ed efficace per far sì che anche altri si rialzino dalle genuflessioni alla mafia e decidano la via di una rivoluzione socio-culturale senza precedenti.
E’ interessante il fatto che vengano pubblicati i nomi dei commercianti che si sono ribellati al pizzo;
il nostro appello ai palermitani è quello di disertare nel modo più assoluto i negozi che fanno capo a chi non compare in questo elenco, in modo da bloccare completamente il fiume di denaro che il racket fa scorrere nelle casse delle organizzazioni criminali”.

Ma è proprio sull’ esigenza di un coinvolgimento più concreto da parte delle istituzioni, che ha insistito il presidente De Pierro : “ I commercianti nonostante il loro grande coraggio non possono fare tutto da soli fino a quando i mafiosi potranno contare su sostanziali infiltrazioni negli apparati dello stato, come si può evincere manifestamente dalle centinaia di migliaia di pagine dei processi per mafia, dove spesso i cosiddetti colletti bianchi, pur riconosciuti colpevoli, sono stati salvati dalla prescrizione. In ogni caso ciò non ha cancellato la solida piattaforma probatoria della loro appartenenza o meglio della loro collusione con le organizzazioni mafiose”.

“Diceva Leonardo Sciascia – conclude De Pierro - Lo Stato non può processare se stesso, parole sacrosante che fino a quando non verranno svuotate della loro triste verità, la restaurazione del sistema sarà pressoché impossibile”.