Sfilate e polemiche. L'attacco al ministro Carfagna e l'azione disturbatrice di un gruppo di neonazisti a Roma. Matrimoni simbolici e i cerotti sulle bocche

 

Il giorno del gay pride è arrivato e l'orgoglio gay ha sfilato per le strade di Roma - dove sono stati celebrati un centinaio di "matrimoni" simbolici sul carro itinerante dell'Arcigay - e Milano, con il consueto colore, l'atmosfera festosa e qualche esagerazione che sempre ha caratterizzato queste parata, ma non sono mancate le polemiche. Di mira, in particolare, il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna: "Tu nuda sui calendari. Noi spogliati dei nostri diritti" era scritto su un cartello. Il ministro in serata ha replicato: "Le provocazioni e gli esibizionismi non aiutano la discussione e il confronto pacato, che sono utili per risolvere i problemi". A Roma, secondo quanto denunciato Arcigay, la festa è stata disturbata da un "gruppo di neofascisti" che ha tentato di fare irruzione nel corteo sventolando bandiere nere con croce celtica, ma sono stati bloccati dalle forze dell'ordine. Secondo un testimone, hanno gridato ai manifestanti "vi accoltelleremo tutti". Il gruppo "è stato bloccato dalle forze dell'ordine. Nella capitale il corteo si è concluso a piazza Navona invece che a San Giovanni, dopo il divieto delle autorità motivato con un convegno che si tiene in serata nella Basilica. Una decisione che ha scatenato una pioggia di proteste, con la minaccia di un gruppo di esponenti radicali, del Prc e delle organizzazioni lgbt di imbavagliarsi davanti all'ingresso della basilica lateranense. Le polemiche sul Pride non sono mancate: durante il corteo, Vittoria Franco, ministro ombra delle pari opportunità, ha definito "grave" negare al Pride piazza San Giovanni e il patrocinio; Giovanni Russo Spena del Prc ha accusato il governo di "oscurantismo" e Felice Belisario (Idv) ha sottolineato come la Costituzione garantisca il diritto a manifestare. Per Vladimir Luxuria, su questi temi "l'Italia si sta muovendo all'indietro", mentre uno dei leader storici del movimento gay, Franco Grillini, ha sottolineato che "il Pride è rimasta l'unica manifestazione di libertà individuale in Italia, dove sono in atto prove tecniche di dittatura". Paola Concia (Pd, unica parlamentare dichiaratamente omosessuale) ha lanciato un appello al centrodestra ad affrontare il problema dei diritti dei gay. "I patrocini - replica il ministro Carfagna - vanno dati ad occasioni di studio e di riflessione. Non mi sembra che fino a oggi il Gay Pride sia stato tale". Il Gay Pride, ha aggiunto, "rischia di assumere un aspetto demagogico e folcloristico. E a Roma, nella capitale della cristianità, assume anche un aspetto diverso. Ha il sapore dello scontro ideologico contro chi, come la Chiesa, si oppone, a mio avviso giustamente, alle unioni omosessuali". Ma se avesse un figlio omosessuale? "Cercherei di insegnargli a vivere questa condizione con naturalezza e sobrietà, senza eccessi nè rivendicazioni inutili". Ma le proteste e i divieti non hanno impedito di vivere questa manifestazione con il consueto spirito giocoso e anticonformista: a Roma, decine di drag queen e uomini a torso nudo o con indosso solo slip e piume bianche hanno danzato sul carro di "Muccassassina". Molte le scritte contro il Vaticano e i politici. Secondo gli organizzatori, al corteo romano hanno partecipato 500 mila persone; 10 mila per le forze dell'ordine. A Milano, per circa 20 minuti la parata del Gay Pride si è trasformata in un corteo muto e silenzioso. In Piazza Duomo, spenta la musica, chiusi gli altoparlanti, tutti i partecipanti si sono incollati un cerotto sulla bocca, bianco, con una x rossa. Una forma di protesta contro "i politici e le gerarchie cattoliche che vorrebbero ridurci al silenzio". Non sono mancati gli slogan contro la Chiesa ("meno cardinali e più staminali"), e anche i travestimenti e le esagerazioni, come la sposa con il velo tenuto fermo da un pene di gomma; tra le maschere, la più usata è stata quella con il volto del sindaco Letizia Moratti. Ventimila i partecipanti secondo gli organizzatori.