Il mondo libero deve mandare un messaggio chiaro agli iraniani: dice il presidente degli Stati Uniti, George W Bush, in una intervista rilasciata al Tg1 alla vigilia della partenza per il suo tour europeo. A una domanda diretta del direttore del Tg1, Gianni Riotta, circa la possibilita' di un intervento militare in Iran, Bush ha risposto "Si'".

 

"In questo mio viaggio - ha detto Bush- insistero' sul pericolo militare" iraniano, "l'Italia puo' essere una voce importante e davvero un importante protagonista" nel negoziato con Teheran.

Bush ha aggiunto che gli Stati Uniti sono favorevoli all'ingresso dell'Italia nel cosiddetto '5+1'. Riferendosi a Berlusconi ha aggiunto: "Silvio Berlusconi lo conosco, mi fido e mi piace: lo considero uno dei veri leader internazionali del mondo".

 Durante la sua visita a Roma, l'11 e il 12 giugno, Bush ha annunciato che proporra' al presidente del Consiglio come aree dicollaborazione "l'Iran", considerata "una grave minaccia", e "l'Afghanistan". In merito a quest'ultimo Paese, l'inquilino della Casa Bianca ha detto di dover "ringraziare voi italiani per i sacrifici che fate in aiuto a questa giovane democrazia".  Le altre aree di cooperazione che Bush proporra' a Berlusconi saranno i "commerci, le epidemie, la malaria, l'Aids e il problema alimentare".

"Mi rincresce che i dati dei servizi segreti non furono corretti" all'epoca dell'invasione dell'Iraq, ha detto il presidente statunitense. Il presidente ha spiegato che nel 2003 "tutti erano persuasi dell'esistenza di armi di distruzione di massa" nelle mani di  Saddam Hussein e che l'operazione fu approvata da un voto "unanime" del Consiglio di sicurezza dell'Onu.

Non solo, ha aggiunto Bush, "Francia e Gran Bretagna approvarono la risoluzione". Quindi "in tanti" pensavano che l'intervento fosse necessario. Il presidente americano, dopo aver premesso che "a decidere sara' la storia", ha ribadito di essere convinto che "l'intervento contro Saddam Hussein era e rimane giusto".

Frattini: la nostra pressione sull'Iran sia ferma e solida

"La nostra pressione sul governo (iraniano) puo' e deve essere ferma, solida e senza reticenze. Se ci sono sanzioni vanno applicate ma la trasparenza e' la parola chiave che noi chiediamo". Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini in un'intervista al Tg1.

"L'Italia puo' portare un valore aggiunto - ha specificato - noi conosciamo come nessun altro Paese europeo la realta' sociale, civile, culturale ed economica ell'Iran.  Sappiamo quanto sia importante per il popolo iraniano non essere isolati".

Per spiegare perche', allora, nessun membro del governo abbia incontrato Mahmoud Ahamdinejad a margine del vertice della Fao, Frattini e' stato categorico: "ci sono interlocutori e interlocutori" ha detto. "Io parlo del popolo iraniano e non di chi, essendone presidente, proclama la distruzione di Israele" ha aggiunto.

 

 

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