Maroni rilancia le «zone rosse» per le prostitute
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Il Governo scende in campo sulla prostituzione. Presto, dopo la proposta del senatore Filippo Berselli (Pdl) di dare il foglio di via alle prostitute perché considerate «soggetti pericolosi per la sicurezza e la pubblica moralità». Berselli, presidente della commissione Giustizia del Senato, con l'emendamento al decreto legge sulla sicurezza – firmato insieme a Carlo Vizzini (Affari Costituzionali) – ha sollevato un putiferio.
E l'Esecutivo, a questo punto, si muove. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, è favorevole ai quartieri a luci rosse: zone, cioè, destinate al mercato del sesso, come già accade da tempo in altre capitali europee. È improbabile che questa proposta abbia l'ok anzi, scatenerà nuove polemiche –ma questo aumenterà il credito che il ministro leghista già può vantare: dopo il ventilato stop al reato di immigrazione clandestina e le critiche che stanno insidiando anche la norma sull'aggravante della clandestinità.
Il titolare delle Pari opportunità, Mara Carfagna, afferma che a breve «il Governo riuscirà a esprimere una posizione condivisa». A proposito della proposta Berselli, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, aggiunge: «Sul principio ci siamo, sulle modalità di applicazione le valuteremo». Il tema, insomma, ora è in ballo e una soluzione governativa sembra, sulla carta, obbligata.
Ma, oltre alle critiche all'unisono nel Pd, anche nel Pdl i dissensi non mancano. Molto severo l'ex responsabile del Viminale, Beppe Pisanu: «Lo scambio sesso-denaro comporta eguali responsabilità sia per la donna sia per l'uomo che partecipano.È perciò aberrante attribuire unilateralmente alle prostitute di strada sottolinea Pisanu il presunto reato contro la sicurezza e la moralità pubblica, assolvendo a priori i loro clienti ». E si augura «che il presidente Berlusconi blocchi questa iniziativa, con la stessa saggezza politica con cui ha bloccato l'insostenibile reato di immigrazione clandestina».
Sempre nel Pdl, è perplesso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, mentre è favorevole il sindaco di Milano, Letizia Moratti. Dubbi del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Alfredo Vito: «Non so se questa possa essere la via giusta». Poco convinto anche il ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi: la prostituzione, afferma, è «una piaga che va combattuta con le misure adeguate».
Nel Pd, Dorina Bianchi ritiene «ragionevole» inserire misure che agiscano «come deterrente » contro la prostituzione. Ma poi, è un coro infinito di bocciature. Pensare di risolvere un problema così vasto e complicato con una norma del genere, sottolinea il presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro, significa «correre dietro ancora una volta all'umore e alla pancia del paese». «Nella lista di proscrizione – le fa eco l'ex ministro per le Pari Opportunità Barbara Pollastrini- non poteva mancare la bolla contro le prostitute». In ogni caso, a parte il decreto legge sulla sicurezza – proprio martedì riprende il lavoro delle commissioni al Senato, con l'esame degli emendamenti e poi il voto – in Parlamento ci sono già in questa legislatura tre proposte di legge della Lega, cinque del Pdl e due del Pd.