Bucciarelli di Italia dei Diritti: “Basta penalizzare sempre i più deboli!”



Roma - Brutta vicenda quella che vede protagonista in negativo la Asl Rm B nel quartiere di Tor Bella Monaca, zona a sud est della capitale. Si tratta del “Centro per la cura e la prevenzione del diabete” anche “Laboratorio analisi punto prelievo” in via Duilio Cambellotti, 11.

Una struttura della Asl può avere un’organizzazione sprovvista degli opportuni accorgimenti architettonici che agevolino l’accesso ai proprio utenti, molto frequentemente colpiti da handicap fisici? Purtroppo sì, e a farne le spese sono i pazienti meno fortunati. Un inferno. Delle estenuanti avventure ogni volta che hanno necessità dei servizi offerti dal bravo personale medico del poliambulatorio. Non è un fatto raro che un diabetico sia colto da problemi di natura fisica che gli impediscono una completa autonomia, per questo sarebbe lecito pensare che i locali e l’organizzazione che dovrebbero saper risponder alle sue esigenze, siano in grado di prestare particolare attenzione. Neanche per sogno, nel centro ambulatoriale di Via Cambellotti le regole e la legge sembrano non valere. Ma cosa succede? Ce lo descrive Fabio Bucciarelli responsabile per Roma del movimento nazionale fondato da Antonello De Pierro “Italia dei Diritti” che si è fatto portavoce del malcontento dei cittadini e delle associazioni di zona: “arrivati al poliambulatorio i pazienti debbono far subito visita agli sportelli del CUP per espletare il ticket, altrimenti niente, nessuna visita. Dove pensate siano stati posizionati gli sportelli del CUP? Al secondo piano… assurdo!” poi continua ”Si tratta di un secondo piano accessibile esclusivamente da una rampa di scale esterna e non coperta. Quindi per i normodotati nessun problema, a parte gli anziani comunque in difficoltà su quella scala, ma immaginate, invece, chi è su una sedia a rotelle…” Effettivamente la situazione è allucinante e alle proteste dei cittadini pare non ci sia mai stato riscontro. Il fatto disarmante è che il problema, di fatto, sarebbe di facile soluzione come sostengono in coro i cittadini: basterebbe, infatti, spostare un operatore del CUP facendolo scendere presso gli sportelli del poliambulatorio, mettendolo a disposizione solo dei pazienti diversamente abili. Semplicissimo, considerando che esistono delle postazioni nel poliambulatorio dotate di ogni strumentazione e non utilizzate. De Pierro rincara la dose “Va ricordato che l'eliminazione delle barriere architettoniche è un diritto del cittadino sancito dalla Costituzione. La legge n.13/89, ha introdotto tre condizioni, che dovrebbero essere rispettate da tutti gli edifici: accessibilità, adattabilità, visitabilità. Accessibilità, appunto!” Protestano anche gli stessi operatori del poliambulatorio che in passato fecero delle relazioni per la non conformità della struttura rispetto alle direttive del Dlg n.626/94 sulla sicurezza dei lavoratori. Anche loro, in caso di necessità, sono costretti ad usare quella scala esterno per raggiungere il piano superiore. Possibile che non esiste un ascensore interno? Sorpresa: un ascensore interno agli ambulatori esiste ma attualmente viene utilizzato come magazzino… Si tratta della solita storia italiana di malasanità? “Non voglio credere che le Istituzioni in questo caso vogliano mandare alle lunghe la risoluzione, tra l’altro banale, della problematica” aggiunge Bucciarelli “Addirittura ho saputo che a qualcuno hanno detto di protestare rivolgendosi all’ufficio Invalidi Civili di via Filippo Meda per segnalare la cosa… solo che dal 2 novembre del 2006 quell’ufficio non esiste più e per fare le richieste bisogna rivolgersi direttamente ai CUP e quindi proprio a quello inaccessibile di cui stiamo parlando… come dire oltre al danno anche la beffa” Effettivamente la soluzione prospettata di spostare semplicemente un operatore del CUP presso gli sportelli del poliambulatorio sembra davvero semplicissima. “Altrimenti” chiude Bucciarelli supportato da De Pierro e ricevuta piena solidarietà da Roberto Soldà segretario romano del partito “Italia dei Valori”: “chiediamo di poter parlare con il responsabile della struttura. Tuttavia affermiamo sin da ora che se non si risolvesse il problema entro venti giorni indiciamo una protesta ufficiale e saremo qui a far sentire le nostre ragioni… voglio vedere se poi ci daranno ascolto!”