Prima tappa del viaggio di “Italia dei Diritti” nel mondo della sanità italiana


Si è svolto stamane l’incontro tra il presidente di Italia dei Diritti Antonello De Pierro e la direttrice sanitaria dell’ospedale “Grassi” di Ostia, Climene Pistolesi: oggetto della discussione, un presunto scandalo che di recente ha coinvolto il polo ospedaliero, già noto tra la popolazione a causa degli interminabili tempi d’attesa del suo pronto soccorso.


Ad innescare la miccia era stata, il mese scorso, la notizia diffusa dai media locali, circa il ritrovamento,da parte dei Nas, di medicinali scaduti all’interno della farmacia dell’ospedale.
Immediata la risposta da parte del movimento fondato da De Pierro che,in segno di protesta,si era incatenato all’ingresso del nosocomio di Ostia, in virtù del diritto costituzionale all’assistenza sanitaria pubblica sancito dall’articolo 32.
Pronta è arrivata la smentita da parte della dott.ssa Pistolesi che ha tenuto a ridimensionare quanto affermato da alcuni organi di stampa, specificando che l’ispezione dei Nas è avvenuta soltanto lo scorso anno, portando al ritrovamento non di medicinali, bensì di un sondino scaduto all’interno di una sala operatoria fuori uso.
L’incontro ha poi toccato il tema dei tempi d’attesa del pronto soccorso, ben noto agli abitanti della zona litoranea a sud di Roma che tutt’oggi non possono far riferimento ad altri ospedali all’infuori del “Grassi”: a chi addebitare la responsabilità di tutto ciò? – questa, in breve, la finalità di De Pierro che ha cercato di risalire alle responsabilità di una situazione spesso ai limiti del collasso.
“ Il nostro ospedale non riesce a far fronte ad un bacino di utenza di circa quattrocentomila cittadini tra i quali sono in aumento anziani, extracomunitari e giovani nuclei familiari, oltre ad essere geograficamente isolato – ha dichiarato la dott.ssa Pistolesi nel corso del confronto – è importante che si capisca che la struttura ospedaliera più vicina dista venti chilometri, l’utenza non ha la possibilità di raggiungere altri ospedali limitrofi, per cui confluisce nel pronto soccorso del “Grassi”.
A ben vedere, centri abitati come Frosinone dispongono di un ospedale con il doppio dei posti letto, a fronte di un bacino di utenza sicuramente inferiore. Ad “alleviare” lo stato emergenziale in cui versa il pronto soccorso del Grassi, il centro ospedaliero di Casal Bernocchi ed in parte il “Di Liegro”, nel quartiere Bravetta, che dista un’ora di auto dalla costa ostiense, da cui, talvolta, vengono inviati pazienti provenienti dal pronto soccorso o dai reparti di degenza.
Ma la situazione è troppo spesso emergenziale e, contrariamente ad altri ospedali, non tende ad alleggerirsi nemmeno nei mesi estivi, oberati dal turismo balneare e dalla vivace vita notturna del litorale. Il pronto soccorso – tra le altre cose - non è adeguato dal punto di vista strutturale e necessiterebbe di un intervento di ampliamento.
“ Ciò che auspichiamo è la costruzione di una struttura da annettere a quella già esistente, con funzione di poliambulatorio – ha dichiarato la direttrice sanitaria del discusso nosocomio –parallelamente, confidiamo anche nella finanziaria del 2008 che prevede alcune deroghe per l’assunzione di nuovi infermieri”.
Un primo tassello è stato ricostruito, il tavolo di concertazione istituito: ne emerge un quadro complesso che richiama responsabilità da parte della Regione Lazio che ha in mano la gestione del sistema sanitario di Roma che, date le dimensioni, sembra essere la maglia nera di tutta la regione.
“Il prossimo passo sarà la richiesta di incontro con l’assessore regionale alla Sanità Augusto Battaglia – ha affermato in ultimo De Pierro – la mia intenzione è quella di avere accesso al sistema piramidale della sanità nel Lazio, al fine di contribuire a smuovere le acque di un meccanismo che troppo spesso risulta inceppato”.