Il commento di De Pierro ai provvedimenti di Pechino in vista dei giochi olimpici

  


Oscurato dalla stampa nazionale, il tema delle controverse Olimpiadi di Pechino 2008 non manca però di generare un senso di sdegno ed impotenza nell’opinione pubblica .


Sono in molti a chiedere a gran voce l’astensione dell’Italia dai giochi olimpici indetti per quest’anno in Cina dove, rinomatamente, il concetto di diritto umano è pressocchè sconosciuto, dove il codice penale costituisce un segreto di Stato e la pena capitale viene applicata per oltre 60 reati, in assenza di stime precise sul numero di esecuzioni portate a termine dal governo.
A tutto ciò si aggiunge l’aggressiva politica di repressione attuata nei confronti dei manifestanti tibetani nei mesi scorsi: proprio mentre l’Italia era in pieno clima di campagna elettorale , dall’altra parte del mondo una mobilitazione popolare anti-cinese veniva soffocata nel sangue, a testimonianza del genocidio culturale di cui è tutt’oggi vittima il popolo tibetano fin da quando, nel 1953, la Cina ne invase il territorio decretando l’esilio del Dalai Lama.
Italia dei Diritti, attraverso il suo presidente Antonello De Pierro e il segretario romano dell’Italia dei Valori Roberto Soldà, si unisce al coro di sdegno di chi ritiene inopportuna la partecipazione della squadra italiana ai giochi olimpici in programma per il prossimo agosto. Queste sono state le sue parole in merito alla questione: “Rifiuto l’idea che proprio le Olimpiadi, per cui anticamente si interrompevano fin’anche le guerre e per questo considerate da sempre portatrici del valore della pace, si tengano in uno Stato come la Cina – ha dichiarato De Pierro – come se non bastasse, il governo cinese, in vista dei giochi olimpici, ha demolito le abitazioni di un milione e mezzo di abitanti per far posto ad opere architettoniche avveniristiche senza dare equi indennizzi e ordinando l’arresto per chiunque si fosse opposto all’iniziativa attraverso denunce o petizioni. Un vero scandalo di fronte al quale i governi esteri non possono rimanere impassibili – ha poi proseguito De Pierro - è impensabile che al giorno d’oggi un Paese considerato degno di ospitare le Olimpiadi definisca comportamento disonesto una lecita richiesta dei suoi cittadini rimasti senza casa e, dunque, ridotti in povertà da un’iniziativa statale. So di cinesi uccisi per aver firmato una petizione, altri inviati in campi di lavoro per aver organizzato sit-in di protesta, venditori ambulanti allontanati che si sono visti confiscare la merce, mendicanti e senzatetto spediti anch’essi ai lavori forzati. Tutto questo per dare ai turisti un’immagine più ordinata della città. Insomma, orrori a cui nessun Paese civile vorrebbe assistere”.