De Pierro fa luce sui trascorsi politici di Alemanno e chiede cautela nell’espressione della scelta del sindaco di Roma

 

 

Roma – Conto alla rovescia per il ballottaggio capitolino: i due schieramenti di centro-destra e centro-sinistra si contendono il consenso dei romani, che decreteranno il nome di chi dovrà salire alla carica di primo cittadino di Roma.


Si gioca principalmente sul tema della sicurezza il braccio di ferro tra i due candidati di punta Rutelli e Alemanno, al centro di aspri dibattiti e tribune politiche, tra reciproche accuse e recriminazioni innescate dai recenti fatti di cronaca nera.
Italia dei Diritti fa sentire la sua voce in merito, sempre con l’obiettivo di perseguire la libera informazione e di far luce su verità e retroscena sconosciute alla maggior parte dei cittadini, ora chiamati ad esprimere un’importante preferenza che dovrebbe essere il quanto più consapevole possibile.
“ Non concediamo il nostro voto a chi rappresenta un partito politicamente alleato con la Lega Nord, di cui di il futuro premier Berlusconi è ormai ostaggio – ha dichiarato Antonello De Pierro, presidente del movimento – non cediamo Roma a chi diffonde l’immagine, a mio avviso anticostituzionale, del Colosseo in fiamme!”.
Ma non è tutto. Forse in pochi sono a conoscenza del passato di militanza politica di Gianni Alemanno, schierato tra le file del Popolo delle Libertà. “Un candidato sindaco di Roma che, oltre a far parte di un partito che candida condannati e che sta abbondantemente strumentalizzando il bisogno di sicurezza e legalità dei romani, forse dimentica la sua turbolenta storia di militanza giovanile nel Fronte della Gioventù, di cui tra l’altro era segretario, durante la quale fu accusato di aver partecipato, insieme ad altri quattro camerati, all’aggressione di un giovane di 23 anni, sebbene per tale accusa sia poi stato assolto – ha dichiarato De Pierro – l’anno successivo, nel 1982, fu accusato di aver lanciato una molotov contro l’ambasciata russa, accusa per la quale scontò otto mesi di carcere”. Il 1989 fu l’anno in cui finì in cella per lesioni e resistenza aggravata ad un pubblico ufficiale.
Qualche nube si addensa anche intorno al direttore di “Area”, la sua rivista, al secolo Marcello De Angelis, deputato uscente e nuovamente candidato nonostante la sua condanna in via definitiva a cinque anni per attività sovversiva e banda armata, pena di cui ha scontato tre anni, a seguito di un periodo di latitanza.
“Ottimi motivi per allontanare la propria preferenza da un candidato sindaco che impugna abilmente il crescente malumore dei romani che chiedono più tutela della sicurezza e un ripristino della legalità, nonostante lui stesso sia stato al centro di un’attività politica controversa, sebbene ad essa siano seguite delle assoluzioni”. Pienamente in accordo con quanto dichiarato dal presidente di Italia dei Diritti, il segretario romano dell’Italia dei Valori Roberto Soldà che si unisce all’invito a votare Francesco Rutelli, riconfermando la fiducia per un centro – sinistra che dal 1993 ha fatto molto per Roma e che, se confermato al Campidoglio, continuerà il suo impegno affinché i problemi della capitale si avviino verso una graduale risoluzione.