ROMA (9 giugno) - Il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, ha ritirato la delega della Sanità all'assessore Augusto Battaglia. Secondo quanto si apprende, la decisione sarebbe stata presa da Marrazzo per dare «un forte segno di discontinuità» soprattutto nei confronti del governo con il quale è aperto il tavolo di confronto sul piano di rientro del deficit sanitario. A Battaglia sarebbe stata offerta la delega delle politiche sociali ma l'assessore le ha rifiutate.



Marrazzo. «Considero Augusto una persona di straordinario valore umano e professionale, su cui l'amministrazione regionale potrà continuare a contare», ha dichiarato Marrazzo che ha inoltre ringraziato Battaglia «per l'impegno costante e appassionato per rinnovare la Sanità di questa Regione». Marrazzo ha ricordato che gli sforzi di Battaglia «hanno prodotto grandi risultati nella riduzione della spesa, nel restituire trasparenza ai conti e quindi dignità al sistema sanitario regionale». «Con la lettera ricevuta dal presidente del Consiglio dei ministri - ha chiarito il governatore - si è aperta una fase nuova alla quale ho ritenuto di rispondere con un'assunzione di responsabilità, anche di fronte ai cittadini del Lazio, al massimo livello istituzionale».

Battaglia: torno al mio lavoro. «La lotta alla corruzione portata avanti senza tentennamenti, il grande lavoro di riorganizzazione amministrativa» sono i due pilastri sui quali ha poggiato in questi anni il lavoro di Battaglia. Lo ricorda lo stesso asessore uscente nel «riconsegnare le deleghe al presidente della regione Lazio» che ringrazia «anche per le proposte di nuovi impegni nell'amministrazione regionale». Ma precisa d'aver «già dato abbastanza alla politica e ricevuto altrettanto. Credo, perciò - annuncia - sia arrivato il momento di tornare al mio lavoro». «Nessuna amministrazione pubblica può vantare un risultato analogo a quello conseguito dalla sanità del Lazio in questi ultimi due anni, oltretutto in un settore, come appunto la sanità, di difficile comprimibilità in quanto tutela diritti costituzionalmente protetti», ha sottolinea l'assessore. In una lunga nota, Battaglia ci tiene inoltre a precisare che l'abbattimento del deficit, obiettivo fondamentale in questi anni alla guida della sanità regionale, «non ha impedito al sistema sanitario regionale di crescere». Battaglia ritiene poi «utile sottolineare alcuni importanti risultati che l'impegno collettivo di questi anni ha dato alla sanità e ai cittadini del Lazio». 

Le cifre dell'assessore uscente. «Abbiamo ereditato - ricostruisce - un sistema che nel 2005 registrava un deficit annuo di 1 miliardo e 992 milioni di euro.  Abbiamo portato il disavanzo nel 2006 a 1.601 milioni e nel 2007 a 1.230 secondo il ministero del Tesoro, che non ha riconosciuto la cifra di 1 miliardo 46 mln euro dichiarata dalla Regione. Anche nell'ipotesi più pessimistica ministeriale, è un dato incontestabile - rivendica - che il deficit di esercizio si sia abbassato in soli due anni di ben 762 milioni di euro. Il tendenziale 2008 si presenta ancora in calo, 1.123 milioni di euro, con la possibilità di scendere sotto il miliardo». Il risultato, spiega ancora Battaglia, «centrerebbe l'obiettivo del Piano di rientro, se si considera che al 575 milioni di deficit previsti andrebbero sommati 163 milioni di accantonamenti aggiuntivi e 214 milioni di extradeficit, non noto al momento dell'elaborazione del Piano. Tale somma porta l'obiettivo 2008 alla cifra di 952 milioni di euro».

«Da anni chiedevamo la testa dell'assessore Battaglia per la sua incapacità di gestire il servizio sanitario regionale, solo oggi se ne accorge il presidente della Giunta Marrazzo che gli revocala delega di assessore». Lo dichiara Domenico Gramazio, vicepresidente della Commissione Sanità del Senato, in una nota congiunta col consigliere della Regione Lazio Tommaso Luzzi. «Ma ciò non è sufficiente - afferma Gramazio - perché la discontinuità Marrazzo la può dimostrare solo commissariando immediatamente le Asl del Lazio e le Aziende Ospedaliere che sono gestite da quei Direttori Generali che furono nominati dal presidente su indicazione di Battaglia. Non vorremmo che la testa dell'assessore servisse solo a chiudere l'annosa questione del sistema sanitario regionale».

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