a cura di Paolo Forcellini
Stipendi sontuosi e molte consulenze. La Corte dei conti chiede lumi sull'ex ministro per gli italiani all'estero
Mirko Tremaglia
Sono controlli di routine, ma la Corte dei conti ha cominciato a volerci veder chiaro. Così lo scorso 13 giugno, con una lettera alla presidenza del Consiglio, Dipartimento per gli italiani nel mondo, ha chiesto la documentazione relativa agli incarichi di consulenza elargiti dall'ex viceministro Mirko Tremaglia (An). Nomi sconosciuti ai più: Chiara Crescimbene, Emiliano Cardoni, Micol Giacoletti, Massimiliano Galimi, Silvana Genzone, Giovanna Perfetto. Non fosse per un'unica eccezione, la consulenza conferita a Umberto Tremaglia, fratello del viceministro (gli curava l'ufficio di Bergamo).

La magistratura contabile vuole acquisire documenti per capire se le attività di consulenza siano state effettivamente effettuate. Nessun dubbio invece sul lavoro svolto da Veronica Baldini, segretaria particolare di Tremaglia in tutti gli anni della sua permanenza al ministero: persona di fiducia assoluta e vero deus ex machina del Dipartimento degli italiani nel mondo, la Baldini riceveva un compenso sontuoso: ben 194 mila 823 euro l'anno.

Ma lei, è noto, per Tremaglia svolgeva gli incarichi più delicati. Un esempio è fornito dalla lettera spedita il 29 dicembre 2004 a Laura Mangianti, segretaria del ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno. "Cara Mangianti", scrive la Baldini, "ti allego una nota con i nominativi delle figlie di persone dal Ministro molto stimate. Sono ragazze qualificatissime sotto il profilo delle qualità personali e professionali, che credo meritino una certa attenzione. Mi rivolgo a te perché tu possa far sapere al mio ministro se c'è interesse da parte del Corpo forestale dello Stato".

P. D. N.

Resa dei Conti

Dopo la magistratura ordinaria e la lunga trafila della giustizia sportiva, tocca alla Corte dei conti mettere le mani nell'intricata vicenda di Calciopoli. Da qualche tempo la magistratura contabile si è fatta trasmettere gli atti dalla Procura di Napoli e si appresta a formalizzare l'apertura di un'inchiesta, già iniziata da tempo. La Procura del Lazio della Corte dei conti mira ad accertare se nell'illecito sportivo e penale, contestato ai protagonisti di Calciopoli, vi siano anche i profili del danno erariale nei confronti dello Stato.

A sostegno di questa tesi vi sono una serie di fatti: le società di calcio ricevono sostegno statale sotto forma di sgravi fiscali, gli impianti che utilizzano sono spesso di proprietà pubblica e, soprattutto, il Coni, da cui dipendono le federazioni, è configurato giuridicamente come ente pubblico. La giustizia sportiva ha già comminato, quali pene accessorie, una serie di sanzioni pecuniarie, ma tutte di poche migliaia di euro, assolutamente irrisorie rispetto ai valori milionari del mondo del calcio. Sotto le lenti della Corte dei conti ci sono, infatti, non solo le posizioni dei singoli, ma anche quelle delle società.

Come per molti altri protagonisti di Calciopoli, anche Luciano Moggi, ex dg della Juventus, è stato condannato a pagare solo 50 mila euro. Ora potrebbe arrivare la vera sanzione, commisurata alla recente superliquidazione milionaria da lui ottenuta dal club bianconero.

G. S.
AUTO BLU

Mastella contromano

Non senza qualche difficoltà, legata a motivi di spesa, va avanti l'italianizzazione del parco auto ministeriale, una piccola questione, alla quale tiene molto Romano Prodi, che tempo fa l'ha raccomandata verbalmente in Consiglio dei ministri, ritenendo "inammissibile" che i ministri della Repubblica vadano in giro con auto straniere.

Tommaso Padoa-Schioppa si è liberato da pochi giorni della Bmw che fu di Giulio Tremonti, ottenendo una Lancia, anche questa blindata, come italianissime sono le vetture di Pierluigi Bersani e del titolare della Farnesina Massimo D'Alema. La materia è affidata alla sensibilità dei singoli perché le norme europee sulla concorrenza impediscono imposizioni.

Ma si sa, ad esempio, che i ministri francesi e tedeschi viaggiano su auto rigorosamente nazionali. Restano made in Germany le vetture di Cesare Damiano e di Clemente Mastella. Assolutamente insensibili al richiamo di Prodi appaiono alcuni governatori di Regioni, da Roberto Formigoni a Vasco Errani, come pure lady Sandra Mastella, presidente del Consiglio regionale della Campania, che viaggia su un'auto blu tedesca.

G. S.