di Massimo Riva
Una Finanziaria ben fatta dovrebbe introdurre la deducibilità delle fatture con Iva dall'imponibile di chi le paga
Massimo Cacciari
Il cosiddetto popolo delle partite Iva è in rivolta contro la Finanziaria del governo Prodi. Esponenti del commercio, dell'artigianato e del lavoro autonomo in genere stanno perciò organizzando varie manifestazioni di piazza sotto il compiaciuto sguardo di Berlusconi & C. A Mestre hanno però trovato anche uno sponsor inatteso nel sindaco di Venezia, Massimo Cacciari. Il quale, in aperta polemica con il ministro Padoa-Schioppa, ha detto fra l'altro: "Non si può dare l'immagine che il 70 o l'80 per cento delle persone che lavorano qui sono evasori fiscali di professione, ladri ai danni dello Stato. È politicamente sbagliato, sono discorsi che dividono il Paese".

Certo, pensare che quattro lavoratori autonomi su cinque frodino l'Erario sarà anche esagerato. Ma che sia politicamente sbagliato porre il tema della correttezza tributaria al centro dell'agenda politica, questa è un'affermazione dal sapore elettorale troppo spiccato. Se c'è qualcosa che divide profondamente il Paese, questo è proprio il fenomeno dell'evasione fiscale di massa. Il problema non è antropologico: nessuno pensa che i lavoratori dipendenti abbiano il Dna del contribuente leale e, invece, gli autonomi quello del ladro di tasse. Si sa benissimo che i primi sono onesti per obbligo ineludibile, mentre ai secondi il sistema offre ampie possibilità di fare i furbi. Qui sta il nodo da sciogliere.

Si prenda proprio il caso dell'Iva. Non esiste italiano al quale non sia capitato, anche reiteratamente, di sentirsi fare un discorsetto del genere: "Per il mio lavoro sarebbero 100 euro che, fatturati con l'Iva, diventano 120. Se però lei mi da 80 euro in contanti, la questione è chiusa". Parole simili, con le cifre del caso, sono pronunciate tutti i giorni, in tutta Italia, in migliaia e migliaia di occasioni. Offrendo il suo sostegno morale al mondo del lavoro autonomo, forse Cacciari non si rende conto che questi sono i veri discorsi che spaccano il Paese. Dunque, che la Finanziaria del governo Prodi va criticata semmai perché, invece di prendere per le corna il tipico esempio di evasione qui richiamata, si limita a spremere un poco di più chi già versa il dovuto. Per giunta, pure con qualche inspiegabile eccesso di esosità, come l'aliquota al 46 per cento a carico dei pensionati sopra i 75 mila euro.

Una Finanziaria ben fatta avrebbe dovuto semmai introdurre la deducibilità delle fatture con Iva dall'imponibile di chi le paga, anche se questi non abbia partita Iva. Lo Stato, fra l'altro, non ci perderebbe un euro perché al calo dell'imponibile del soggetto pagante corrisponderebbe un pari aumento di quello del soggetto che incassa. Al contempo, però, l'equa ripartizione del prelievo tributario farebbe un sostanzioso passo in avanti. Anche perché, restando all'esempio fatto, chi paga anche solo 80 euro è sovente qualcuno che deve averne guadagnati almeno 120 lordi. Perciò, altro che prendersela con la Finanziaria di Prodi: Cacciari e i suoi protetti dovrebbero piuttosto accendere un cero a San Romano. È semmai il presidente del Consiglio che dovrebbe chiedersi se davvero sta facendo quel che andrebbe fatto per debellare l'evasione fiscale.