I repubblicani escono sconfitti alle elezioni di mediotermine e  Bush annuncia le dimissioni del segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld. I democratici hanno conquistato la maggioranza nella Camera e si avviano al successo anche al Senato. Un voto, sostengono gli analisti, sul quale ha pesato soprattutto la strategia dell'esecutivo in Iraq. E ora? il risultato elettorale faciliterà l'exit strategy dalla Mesopotamia o renderà ancora più confusa la situazione?
Nancy Pelosi
Un referendum sulla Casa Bianca, su George W. Bush e soprattutto sulla poltica dell'esecutivo in Iraq. Così, sostengono analisti e opinionisti, deve essere considerato il risultato delle elezioni di mediotermine negli Stati Uniti. La vittoria democratica alla Camera dei rappresentanti diventa così un chiaro segnale che gli americani sono stanchi della politica estera dell'amministrazione Bush. Appena eletta Nancy Pelosi, prima speaker donna della Camera, non lascia spazio a equivoci: "Sull'Iraq ora si cambia direzione", riferendosi al ritiro graduale delle truppe da Bagdad. Il dopo elezioni è subito segnato dalle dimissioni del segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld e ora Bush è chiamato a trattare con la nuova maggioranza.

Che succederà in Iraq? Gli Usa adotteranno una chiara politica di disimpegno o si prospetta uno scenario ancora più confuso e ingestibile?