Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Nonostante il suo indubbio spessore non mi sembra ci sia il requisito di artista indigente”

Roma – Franco Califano, il noto artista 72enne, al momento convalescente per un grave infortunio domestico che gli impedisce di lavorare, invoca il sostegno finanziario da parte dello Stato. Con grande dignità, l’autore di ‘Tutto il resto è noia’, ha ammesso davanti alle telecamere che i 10 mila euro a semestre percepiti dai diritti Siae non gli sono sufficienti per il suo sostentamento, specie ora che, malato, è impossibilitato a esibirsi sul palco. Da qui l’appello alla legge Bacchelli, cioè l’assegno straordinario vitalizio che lo Stato italiano concede a quei cittadini illustri che si sono distinti nel mondo della cultura e dello spettacolo, ma poi vengono a trovarsi in condizioni di indigenza.

 

Sulla vicenda umana del ‘Califfo’ prende la parola Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti: “Certamente Franco Califano è un persona che soddisfa i criteri artistici e culturali previsti dalla legge Bacchelli, essendo senza dubbio un personaggio di grande spessore che io apprezzo molto, anche in virtù degli articoli e delle interviste che a lui ho dedicato in passato, quando più volte l’ho incontrato. Però – spiega il leader del movimento –, a mio parere non soddisfa il secondo requisito della legge, quello dell’artista indigente. Il suo caso è diverso da quello di altri personaggi, come per esempio Franco Citti, celebre protagonista del film di Pasolini ‘Accattone’, e per il quale anni fa mi sono impegnato in prima persona affinché ricevesse il sussidio statale, considerato che versava in condizioni di vera povertà”.

 

Invece, a proposito della richiesta avanzata dal cantante nato a Tripoli, De Pierro precisa: “Non va dimenticato che Califano, temporaneamente indisponibile per un infortunio, è un autore Siae e quindi percepisce i diritti per tutte quelle belle canzoni composte per sé e per gli altri. Inoltre – aggiunge –, per gli iscritti Siae è prevista un’assicurazione per gli incidenti che probabilmente gli verrà riconosciuta col tempo”. Il pensiero del numero uno dell’Italia dei Diritti è piuttosto chiaro, come egli stesso fa notare: “Non si può accordare la legge Bacchelli a tutti gli artisti che si ammalano o hanno un infortunio domestico, in quanto tale forma assistenziale dovrebbe prevedere casi di indigenza irreversibile, in particolare quando un professionista non è più in grado di mantenersi e avere alcun tipo di introito dalla sua attività artistica”.

 

“Perciò – dichiara ancora De Pierro –, chi ha il compito di valutare l’assegnazione di tale istituto ausiliario deve  ponderare attentamente l’idoneità del caso, altrimenti si tratterebbe di uno schiaffo in faccia a tutti quegli italiani che versano in situazioni di miseria più nera, costretti a vivere con mille euro al mese per mantenere la famiglia e, talvolta, così disperati da ricorrere finanche al suicidio”.