La diciannovenne scrittrice ha presentato a Roma la sua opera prima lasciando scorgere un futuro di sicuro successo

Silvia Jovine

Roma – É una piacevole sorpresa constatare come molti giovani si affaccino nel mondo della scrittura creativa, riuscendo a regalarci, con i loro libri, la preziosa testimonianza dell'originale freschezza di una mente in formazione.

É esattamente questo il caso del romanzo d'esordio di Silvia Jovine dal titolo “Tra la terra e il cielo”, edito da Artescrittura e recentemente presentato, al Caffè Letterario di Roma in via Ostiense, da Plinio Perilli con la partecipazione di Massimo Nardi, coordinatore dell'evento.

La giovane autrice, che ora ha diciannove anni ma che ha terminato la stesura del testo appena sedicenne, è una ragazza piena di interessi: frequenta la facoltà psicologia all'università, coltiva la passione per il giornalismo collaborando a varie testate online e, da molti anni, studia anche teatro.

“Tra la terra e il cielo” ci propone, sullo sfondo della magica atmosfera degli innevati paesaggi dell'Alaska, un'intensa ed accorata riflessione sull'amore e l'amicizia. La storia, ispirata da un sogno e sviluppata attraverso una costante alternanza di dimensione reale ed onirica, è incentrata sulla vicenda di tre emblematici protagonisti, legati da un profondo ed incontrollabile senso di istintiva appartenenza. La giovanissima Giusy conoscerà ben presto l'amore, ma sarà costretta a rinunciarvi a causa di un destino avverso che la getterà nello sconforto più totale, facendole scoprire l'amaro sapore di un sentimento non ricambiato. Nel suo universo interiore ogni certezza crollerà, lasciando inesorabilmente ribaltare le leggi della realtà in una ambigua zona di confine “tra la terra ed il cielo”. La ragazza saprà, tuttavia, grazie alla scoperta di nuove ed inaspettate emozioni, ritrovare sé stessa e la forza di lottare per i valori in cui crede, comprendendo il significato dell'amore autentico, che non è costruzione astratta e fiabesca di una fervida immaginazione, ma indissolubile connubio di sentimento e ragione.

Una lettura, dunque, estremamente appassionante, valorizzata da uno stile narrativo fluido e da una costruzione dialogica particolarmente curata e realistica che non tradisce il peso della finzione.

Interessante il raffinato inserimento di svariate citazioni letterarie di opere, per lo più shakespeariane, che lasciano trapelare la decisiva influenza che il celebre drammaturgo inglese ha esercitato sull'autrice nella messa a punto dei personaggi.

Pienamente riuscito, quindi, questo primo esperimento letterario della Jovine che si sta già dedicando alla creazione di un nuovo testo, stavolta improntato tendenzialmente su un genere “storico” piuttosto che “fantasy”,  con cui le auguriamo di confermare il talento che, con il libro d’esordio, ha sicuramente dimostrato.