A Vienna la finale di Euro 2008, vittoria meritata delle Furie Rosse. Per gli iberici è il secondo titolo continentale dopo 44 anni

  

VIENNA - La Spagna conquista il suo secondo titolo europeo, 44 anni dopo il primo.

 Nella finale di Vienna le Furie Rosse di Luis Aragones hanno battuto la Germania per 1-0 grazie alla rete di Fernando Torres al 33' del primo tempo. E hanno dominato, sul piano del gioco e della mentalità, prendendosi la rivincita sulla tradizione che voleva la Spagna sempre bella ma perdente. Questo europeo laurea una squadra giovane e matura al tempo stesso, che ha imparato a vincere come vincono i suoi grandi club, che si è concessa il lusso di superare in finale e nei quarti le due squadre che nel Vecchio continente rappresentano una tradizione forte: la Germania tre volte campione d'Europa e l'Italia campione del mondo in carica. Nazionali che, insieme, combinano sette titoli iridati e quattro europei.

La vittoria finale non è casuale. Un gran gol di Torres, due pali e parecchie occasioni mancate di poco hannno legittimato il successo delle Furie Rosse. Un successo che viene da lontano: molti dei giocatori spagnoli si sono affermati nelle Nazionali giovanili (Casillas, Marchena, Xavi, Ramos, Iniesta, Silva, Torres) e poi sono andati a mietere successi nei grandi club. Rispetto ai giocatori della Germania, in fatto di successi nei club, gli uomini di Aragones vantano una superiorità schiacciante: 19 trofei a uno (di Lehmann, in Coppa Uefa). Casillas, Puyol, Iniesta, Xavi fra l'altro hanno vinto la Champions. Quella delle Furie Rosse non è quindi l'impresa estemporanea di un gruppo, come avvenne nel 2004 con la Grecia che trionfò in Portogallo a forza di difesa e contropiede.

In questo Europeo la Spagna ha vinto tutte le partite meno quella con l'Italia, dove è passata ai solo ai rigori. Ha avuto una continuità di risultati e ha segnato più di tutti (12 gol).

La partita. Privo di Villa (infortunato) Aragones preferisce giocare con il solo Torres davanti, schierando subito Fabregas che aveva fatto molto bene contro la Russia. Loew all'ultimo momento recupera Ballack, fermo da venerdì: il capitano tedesco gioca regolarmente, il polpaccio non gli dà fastidio, fa dei buoni assist e manovra con disinvoltura.

La Germania comincia in avanti, tiene la Spagna nella sua metà campo, e se Klose delude in fase conclusiva, si danno invece molto da fare Podolski e Schweinsteiger sulla sinistra, ma la verticalizzazione si limita a qualche traversone.

La Spagna si mantiene compatta, poi comincia a macinare gioco. Xavi è il fulcro, Ramos cerca inserimenti da destra, i centrocampisti si muovono su tutto il fronte avanzato e al 14' Iniesta da sinistra tenta di servire Torres, ma una deviazione di Martesacker costringe Lehmann a un gran balzo sulla sinistra per mettere in angolo.

Quello degli spagnoli è un crescendo continuo. Al 22' un triangolo Ramos-Fabregas-Ramos sfocia in un assist per la testa di Torres che schiaccia colpendo il palo basso alla destra di Lehmann, poi graziato (tiro fuori) da Capdevila. I tedeschi reclamano con Rosetti per due presunti mani di Puyol e di Capdevila.

Al 33' la svolta della partita: Xavi lancia a Torres che sulla destra lotta con l'impacciato Lahm, lo aggira e poi sull'uscita di Lehman colpisce da sotto, supera il portiere e mette nell'angolo opposto. Un gran gol, che conferma le doti dell'attaccante.

Nella ripresa Loew sostituisce l'incerto Lahm con Jansen che, sempre sulla sinistra, se la vede con Iniesta. I tedeschi cercano di attaccare, ma col passar dei minuti la Spagna ricomincia a proiettarsi in avanti e Xavi in diagonale mette fuori rasoterra su input di Torres da destra all'8'. Poi un sinistro di Silva è deviato fuori da Torres che poco dopo costringe Lehmann a un'uscita spericolata. Low inserisce Kuranyi al posto di Hitzlsperger ma un diagonale di Ramos da destro tiene sul chi vive la difesa tedesca.

Al 15' una bella azione Jansen-Schweinsteiger consente a Ballack di andare (male) al tiro di destro e in seguito lo stesso Ballack costringe Casillas a un'uscita alta. Insomma, la Germania in qualche modo si fa pericolosa e allora Aragones inserisce Xabi Alonso per Fabregas.

La partita si è riscalda per una piccola testata di Silva a Podolski. Per evitare guai, Aragones lo sostituisce il suo giocatore con Cazorla. E subito dopo prima Xavi di testa, poi Iniesta sfiorano il gol. A questo punto la squadra di Loew butta sulla bilancia il suo maggior peso atletico. La partita cresce d'intensità e qualche azione in contropiede della Spagna mette in difficoltà la difesa tedesca.

Aragones ripropone Guiza al posto di Torres. Lehmann esce di mano sulla linea dei sedici metri (quindi in area). E la Spagna sfiora il secondo gol: testa di Guiza da sinistra e Senna non arriva a spingerla dentro. L'estremo tentativo dei tedeschi fallisce e gli spagnoli possono festeggiare con re Juan Carlos e con il primo ministro José Luis Rodriguez Zapatero il ritorno tra i grandi del calcio europeo.

IL TABELLINO. GERMANIA-SPAGNA 0-1
GERMANIA: Lehmann; Friedrich, Martesacker, Metzelder, Lahm (1'st Jansen); Frings, Hitzlsperger (13'st Kuranyi); Schweinsteiger, Ballack, Podolski; Klose (34'st Gomez).
In panchina: Enke, Adler, Fritz, Westermann, Rolfes, Neuville, Trochowski, Borowski, Odonkor.
Allenatore: Loew.

SPAGNA: Casillas; Ramos, Marchena, Puyol, Capdevila; Iniesta, Senna, Xavi, Silva (21'st Cazorla); Fabregas (18'st Xabi Alonso); Torres (33'st Guiza)
In panchina: Palop, Reina, Albiol, Navarro, Villa, Cazorla, Sergio Garcia, Arbeloa, Juanito, De La Red.
Allenatore: Aragones.

ARBITRO: Rosetti (Italia).

RETE: 33'pt Torres.

NOTE: serata calda, terreno in ottime condizioni, spettatori: 51.428. Espulsi: Ammoniti: Ballack, Casillas, Torres, Kuranyi. Angoli: 8-5 per la Spagna. Recupero: 1'; 3'.

 

Fonte