Successo senza gloria al 92' della nostra nazionale

ROBERTO BECCANTINI
Il sedere di Marcello Lippi ristabilisce subito le gerarchie. L’epilogo di Cipro-Italia appartiene al tabellino e non alla partita. Direte: e chi se ne frega. Calma: senza i prodigi di San Buffon, chissà come sarebbe finita. Nel frattempo, però, la Nazionale ha inaugurato l’operazione Sudafrica con un successo: grasso che cola. Di Natale, Aloneftis in mischia, ancora Totò Di Natale, il cocco di Donadoni, agli sgoccioli degli sgoccioli. Una sola attenuante, al di là della bravura dei nostri rivali: gli infortuni di Gamberini e Grosso, entrambi in avvio di partita. Marcello aveva sbagliato approccio (troppo morbido) e formazione (troppo arrogante, vista la differenza di passo). Giustificare il ribaltone con l’innesto di Gattuso e l’uscita di Toni, è corretto solo in parte: nel finale, il pallino l’aveveno ripreso in mano i ciprioti. Avete presente la prima mezz’ora del primo tempo? Ce la ricorderemo per un pezzo. Sembrava il braccio di ferro tra i figli di nessuno e gli inventori del calcio.

«Comincerò in un modo e continuerò in un altro»: questa volta, Lippi vi è costretto. Un minuto, e salta Gamberini: spalla destra. Un contrasto con Aloneftis e ciao a tutti. Gli subentra Barzagli. L’incipit dell’Italia è agghiacciante, i ciprioti vanno come schegge. Sette minuti d’inferno: due miracoli di Buffon (su Aloneftis e su Okkas), un omaggio dell’arbitro (Barzagli su Makridis: era rigore netto). Non esistono, i nostri, fino alla scena-madre dell’8’: per la prima volta superiamo la metà campo e per la prima volta tiriamo in porta, con Di Natale. Traiettoria radente, Buffon ci sarebbe probabilmente arrivato, Giorgallidis no. Cipro zero Italia uno, vallo a spiegare alla gente. Un falso storico. Tanto più che, a stretto giro di posta, il portierone si supera ancora su Okkas e Cannavaro, al rientro, assorbe la botta estrema di Constantinou.

Pirlo e Camoranesi hanno un guizzo. Ci aiuta a respirare. Siamo spaccati in due, aperti come il Mar Rosso. E dal momento che le disgrazie non vengono mai sole, dopo Gamberini si rompe anche Grosso (ginocchiata alle costole). Siamo «appena» al 18’. Lo avvicenda Cassetti, con Zambrotta a sinistra. Vink dirige a spanne, qualcuno ne approfitta: Chrysostomos su De Rossi, per esempio. Quattro-quattro-due, d’accordo, ma Camoranesi e Di Natale sono esterni camuffati. Toni e Gilardino mendicano munizioni. Ci prova Pirlo, il problema è che Cipro pressa e si muove a tutto gas. Il pareggio, strameritato, giunge attorno alla mezz’ora, al culmine dell’ennesima traversata del deserto. Volatona e cross di Nikolaou dalla destra (Zambrotta? Di Natale?), non basta la quarta paratona con la quale Buffon disarma Charalambides, Cassetti e Cannavaro dormono, Aloneftis non perdona.

Non credo che gli incidenti abbiano spostato molto: certo, hanno imprigionato Lippi. Si è giocato come se Cipro fosse sempre la combriccola di postini e muratori raccontata al bar sport. Troppo arrogante la formazione, troppo vulnerabile la fase difensiva. Con un altro al posto di Buffon avremmo chiuso il primo tempo sotto di un paio di gol. Il ct voleva i fatti: sono questi. Logico che, in avvio di ripresa, un centrocampista (Gattuso) rimpiazzi Toni, una statua. Dal 4-4-2 a qualcosa che assomiglia al 4-3-3, con Camoranesi e Di Natale ai lati di Gilardino. Cambi esauriti, buona notte ai suonatori. Complimenti al ct Anastasiades: se gioca sempre così, ne porterà via tanti, di punti. Cipro è corsa e tecnica, mica solo gamba. Cala, perché determinati ritmi non si possono tenere per 90’ filati; mai una volta, però, che, episodi a parte, vada in crisi tatticamente.

Un’azione Camoranesi-Di Natale produce un gol annullato, giustamente, per fuorigioco. Di Natale cerca gli angoli più sofisticati, Gattuso ha portato un po’ di cemento a metà campo. Efstathios Aloneftis, classe 1983, tortura chiunque gli si pari di fronte, dal generoso Cassetti all’irriconoscibile Zambrotta. Mancano sicurezza in difesa e qualità in mezzo: Pirlo, De Rossi, lo stesso Camoranesi, forse il meno peggio. Se non altro, non si sbanda più; e a Buffon non tirano più. Per la cronaca, la palla buona capita a Gilardino, solo davanti al portiere: è il 23’, e Giorgallidis sventa di puro alluce. Subito dopo, il portiere non blocca una punizione di Pirlo e Charalambous salva al pelo su Barzagli. Il calcio è così: avremmo dovuto straperdere, abbiamo vinto. Christofi, fra l’imbarazzante astensione di Zambrotta e Barzagli, e Charalambous (due volte, non una) sfiorano il raddoppio. Sembra finita. Invece no. Minuto 47: Barzagli, tacco di Gilardino, Camoranesi, Di Natale, due a uno e via di corsa con il passamontagna calato, perché sì, sportivamente è stato un furto.