Di Natale: «Non ho salvato la Nazionale e vedrete a Udine nel mio stadio»

MASSIMILIANO NEROZZI, INVIATO A LARNACA
Non serve neppure la domanda, Marcello Lippi confessa subito il furtarello, sportivamente parlando, in casa di Cipro: «Abbiamo sofferto, non c’è dubbio - attacca il ct azzurro - e raccolto più del meritato. Vero, abbiamo avuto un pizzico di fortuna, ma non so, poi, se puoi parlare di fortuna quando perdi due uomini in un quarto d’ora». Ko sono finiti, dopo trenta secondi, Alessandro Gamberini, per la lussazione della spalla, sulla quale, in anestesia (per il notevole dolore) è intervenuto il professor Enrico Castellacci, responsabile dello staff medico della Nazionale. Non è andata meglio a Fabio Grosso uscito con due costole rotte: ne avrà almeno per un mese. Ora il ct dovrà richiamare qualcun altro: probabile Materazzi, meno probabile Bonera, acciaccato.

Meglio tenersi stretto il risultato allora, perché poi capita che altre ammiraglie vadano a picco, come la Francia con l’Austria: «Quando trovi gente che scatta da tutte le parti - continua Lippi - fai fatica, e ormai non puoi andare da nessuna parte del mondo pensando di vincere facile». Però, non rinnega il piano partita, con Toni assieme a Gila, che non hanno suonato granché, più Di Natale e Camoranesi sulle corsie: «Volevo giocare con due punte più Di Natale - spiega il tecnico - anche perché volevo dare un segnale di forza, e per cercare di mettere in crisi un avversario nell’unico modo in cui potevamo. Poi ho perso due uomini e mi è saltata la scaletta: nella ripresa ho rischiato Gattuso, ma era necessario». Cipro non è stata una sorpresa, almeno per lui: «Avevamo visto diversi video e sapevamo che erano in grande condizione, molto più di noi: e la differenza s’è vista in campo, in maniera abbastanza evidente. Loro correvano come schegge e con la nostra attuale condizione era difficile star loro dietro». Nonostante le sbandate, comunque, la difesa non lo preoccupa: «Piuttosto sono preoccupato perché abbiamo perso due giocatori e perché non abbiamo la condizione per affrontare avversari così svelti. Che poi Cipro sia sessantesima nel ranking della Fifa non conta nulla».

Lippi dà pure i meriti ai suoi: «Buffon ha fatto delle grandi parate, ma è il nostro portiere, e Di Natale è uno che è abituato a fare le doppiette, ne aveva fatta una anche domenica». Esce difatti con il sorriso Totò: «Non penso di essere il salvatore di Lippi o della Nazionale, ma sono ovviamente felice della doppietta. Dedico i gol a mia moglie e ai miei figli». E promette repliche, a casa sua, dove mercoledì l’Italia incrocerà la Georgia: «Udine sarà il mio stadio». L’altro eroe è stato Gigi Buffon: «Forse non meritavamo di vincere, ma io sono in porta per parare. A volte i miei compagni mi evitano pericoli, allora mi sembra giusto, ogni tanto, che anch’io dia una mano». Devono ancora lavorare, invece, Gila e Toni, per affinare l’accoppiata: «Penso che possiamo giocare insieme - dice il centravanti della Fiorentina - anche perché l’abbiamo già fatto. Possiamo coesistere, ci vuole solo un po’ di pazienza».

Proprio in attacco, in settimana Lippi aveva sperimentato parecchio. Perché, in fondo, non è del tutto vero che la sua Italia bis è uguale a quella mondiale, soprattutto nella struttura e nei movimenti offensivi. D’accordo, il nucleo azzurro era e resta quello, ma non c’è più un giocatore che per indole e caratteristiche era unico, Francesco Totti. L’assenza era già stata metabolizzata dalla Nazionale di Donadoni, nonostante un insopportabile soap opera, vengo, ci penso, vediamo, non so; però l’ultimo assetto di Lippi poggiava sul romanista, non poco. «Voglio usare molte soluzioni in attacco - ha ripetuto più volte il ct - utilizzando tutti i giocatori che ho a disposizione».

Intanto, all’attacco potrebbero presto arrivare nuove munizioni: Amauri, quando avrà in tasca il passaporto italiano, e Mario Balotelli, subito a segno venerdì sera con l’Under 21. Sull’interista, però, Marcello Lippi ha frenato di brutto gli entusiasmi: «Pronto per la Nazionale? Secondo me no», ha tagliato corto il ct parlando in mattinata a Raisport, nell’ambito dell’accordo in esclusiva tra Figc e tv di stato. E’ bravo, il ragazzo, ma diamo tempo al tempo: «Balotelli deve fare i propri passi - ha spiegato Lippi - e la sua trafila. Ormai viviamo un’epoca in cui si anticipa tutto troppo presto, forse bisognerebbe anche evitare di chiamarlo "SuperMario" o "Fenomeno": perché così rischiamo di rovinarlo».