Nella splendida cornice del ristorante “Romolo nel Giardino della Fornarina” tantissimi ospiti hanno reso omaggio alla serata inaugurale della mostra “Uomini e ombre” del celebre scultore romano

Antonello De Pierro, Massimo di Cave e Adriana Russo

Roma - Le forti piogge, che si sono abbattute su Roma, non hanno dissuaso gli oltre centocinquanta invitati al vernissage dell’artista-architetto Massimo di Cave, che ha scelto gli spazi espositivi di “Romolo nel Giardino della Fornarina”, lo storico ristorante della Capitale, sito nel cuore di Trastevere, con annesso uno splendido giardino circondato da mura cinquecentesche, per allestire la sua incantevole mostra “Uomini e Ombre”.

 

 

Nel suggestivo locale, dove la storia si fonde con il mito, abitava Margherita Luti, la bella Fornarina che ispirò Raffaello Sanzio, che era solito ristorarsi in questa locanda quando si trovò ad affrescare le pareti della vicina Farnesina su commissione di Agostino Chigi. Una location ideale, quindi, per offrire alla vista di un pubblico selezionato e raffinato espressioni artistiche di qualità, che torna ad ospitare mostre e iniziative culturali grazie all’impegno di Vittoria Biasciucci, figlia della signora Marisa Casali, la quale ha deciso di proseguire la tradizione familiare non solo legata alla buona cucina romana, ma anche agli impulsi intellettuali.

Tanti i volti noti che hanno potuto apprezzato la preziosa raccolta di quaranta sculture e bassorilievi che l’artista ha esibito in un luogo dove da sempre si coniugano arte e gastronomia in impeccabile armonia.

Hanno accolto l’invito amichevole dell’indefesso Emilio Sturla Furnò molti giornalisti e personaggi della cultura e dello spettacolo accolti dallo stesso insieme alla curatrice della mostra Rosanna La Salandra.

Illuminati dai flash dell’esercito di fotografi presente, si sono potuti notare le attrci Elisabetta Pellini e Marina Pennafina, la sempreverde e affascinante Adriana Russo accompagnata dal giornalista Antonello De Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti, direttore di Italymedia.it e già direttore responsabile e voce storica di Radio Roma, il bel tenebroso Beppe Convertini, la conturbante Eleonora Vallone, la bella ed effervescente showgirl Deborah Bettega, l’artista e gallerista Pino Purificato, il bravissimo sopranista Adonà, la giornalista del Tg3 Lazio Stefania Giacomini, la psicoterapeuta, scrittrice e conduttrice televisiva Irene Bozzi, ex moglie del cantautore Roberto Vecchioni,  la contessa Elena Aceto di Capriglia con il figlio Giovanni D’Antonio, il principe Guglielmo Giovanelli Marconi, il marchese Giuseppe Ferrajoli con la sua Olga, il professor Roly Kornblit, l’onorevole Sandra Cioffi con il marito Francesco Fedi, l’onorevole Antonio Paris, la critica d’arte Francesca Barbi Marinetti, l’imprenditrice Tina Vannini,  il chirurgo plastico Aldo Alessi, il candidato sindaco per Roma Edoardo De Blasio, la scrittrice Rosetta Romano Toscani, la pittrice Rosa Galante, il poeta Lucio Freni, gli stilisti Massimo BombaGianluca Santangelo, l’esperta di wedding Erika Gottardi, la nutrizionista Sara Farnetti, il maestro Gerardo Di Lella.

Ad accogliere gli ospiti un ricco buffet della tradizione romana trasteverina con squisiti primi espresso come pennette all’arrabbiata e all’amatriciana, broccoletti ripassati e caldi assaggi di pizza sfornata in diretta dall'antico forno in muratura.

“Ritratti di uomini e ombre – ha spiegato la curatrice agli ospiti – volti e figure che esprimono pensieri, silenzi, pace e disperazione, caparbietà e insicurezza, fragilità umana”.

E tutti i presenti sono stati letteralmente rapiti dalle meravigliose sculture raffiguranti uomini e donne realizzate con tecniche contemporanee utilizzando ferro, lamiera, legno invecchiato, marmo, impasti cartacei e cartone. I materiali magicamente diventano forme e volumi, espressioni e suoni e lo spazio espositivo si  anima di quel senso qualificante, essenziale dell’uomo, che è la sua spiritualità.

“Figure esili, ma forti. Volti scarni, ma intensi - ha affermato La Salandra  -, ombre del passato che ritorna sempre. Storie e passioni capitoline del Rinascimento si materializzano e raccontano. Sono alieni di un'altra dimensione”.

Di Cave, trasteverino di nascita, professionista dalla personalità eclettica e carismatica, nel giardino della Fornarina ha trascorso la sua infanzia e ha sviluppato il suo immaginario, la passione per l'arte, per l'architettura e l'amore per la vita.

Qui Di Cave ha fatto ritorno sui percorsi della memoria. E intrisi di note amarcord, dai file mnemonici sono affiorati toccanti flashback, fotografie dai contorni sbiaditi di spaccati esistenziali legati a un passato vissuto con entusiasmo tra colazioni, cene e lunghe conversazioni con la titolare Marisa Casali, con gli amici più cari e con i tantissimi personaggi conosciuti in quel contesto elegante e riservato.

(Foto di Gardini e Santangelo)