di Eleonora Attolico
Asimmetrie, provocazioni, ricerca sartoriale. Le firme del prêt à porter francese fanno sfilare donne robot, eroine guerriere o inquietanti virago dai seni a punta
La sfilata di Jean Paul Gaultier
I lustrini e glamour di Milano sembrano lontani anni luce dopo solo due giorni di sfilate a Parigi. E se nella città del Duomo si è badato ad una moda-prodotto che piaccia su larga scala, dalle parti del Louvre si sperimentano nuove soluzioni sartoriali senza l'ansia di calcoli commerciali.

Una delle novità di questo inizio di settimana parigina è il gioco delle asimmetrie che si ritrovano sulle passerelle di ben tre griffe AF Vandervorst, Martin Margiela e Yohji Yamamoto. Il maestro giapponese ha dato una grande lezione di moda, scegliendo per la sfilata il grande anfiteatro della Sorbona. Ecco allora i frac con le punte che appaiono e scompaiono, le camicie di cotone bianco bordate da maxi-revers alla D'Artagnan, e i vestiti neri da sera alla Audrey Hepburn sorprendentemente pizzicati sui lati.

Niente è lasciato al caso, si sente nell'aria un ritorno alla purezza. "Prêt à porter rime avec sobriété" strillano i network francesi e sembra essere proprio questo il diktat di John Galliano, da anni direttore creativo della maison Dior. Le sue modelle, dalla mortificante pettinatura alla Giovanna d'Arco (quasi tutte all'uscita della sfilata si erano già disfatte di forcine e derivati per liberarsi dall'obbrobrio) ostentano tailleur di cotone grigio-asfalto. Le giacche hanno le spalle squadrate, le gonne sono dritte alla Kim Novak. L'unica nota eccentrica sono i sandali di camoscio dal taccone sperticato. Per la prossima primavera niente bisacce, ma borsette dai manici rigidi o minuscole pochette da tenere arrotolate. Per la sera tanti abiti morbidi con un sapiente gioco di plissé.

Rigoroso anche il lavoro di Ennio Capasa per Costume National. I pantaloni fasciano la gamba, i vestiti sono dritti a tunica, non arrivano al ginocchio. Alcuni hanno le impunture fluorescenti, a contrasto, da eroina fantascientifica.

La fantascienza è anche il leitmotiv di Balenciaga. Nicolas Ghesquière punta sulla donna bionica, quasi androide, avvolta in gambe metalliche e spallone quadrate da Ufo-robot.

E se Balenciaga guarda al futuro, Jean Paul Gaultier invece si autocelebra. Quest'anno lo stilista festeggia trent'anni di carriera. La prima parte della sfilata, ambientata nel suo quartier generale di rue Saint-Martin, è dedicata alle sue collezioni-mito, dal '76 al 2004. Dalle storiche magliette a righe, ai vestiti lunghi mimetici, alla guêpière con i seni a cono prediletta da Madonna nel suo tour Blonde Ambition. Ma i ricordi non bastano a questo designer parigino, tra i più simpatici del circuito della moda. Gaultier va oltre, e per la prossima estate, punta sull'ossessione del fitness, salvo poi far sfilare Velvet, modella dalle forme XXL. In palestra step e cyclette sono glitterate. Il glam-sport è allegria e divertimento. Così gli shorts sono rossi di raso e vanno bene per il kick-boxing, le scarpe da ginnastica sono scherzosamente alte e con il tacco a spillo. Per la sera Gaultier propone vestitoni leggeri a balze fluorescenti. I colori vanno dal rosa chewing-gum al giallo limone passando per il turchese-Maldive.

Un pizzico di follia infine, è quello che si è visto sfilare sulle passerelle di Vivienne Westwood. La fantasia della stilista esalta ora Barbie ora Biancaneve, ma anche le donne-pacchetto, i cui abiti si slacciano come un nastro.