La posizione di Panucci il punto della discordia. L'Uefa si rimangia l'intenzione di diffondere un comunicato. La rabbia dei tifosi azzurri

 

 

 

BERNA — Va bene, Cannavaro è in stampelle, Gattuso arranca, Toni s'incarta, Grosso è sceso da Marte, Zambrotta segna nella porta sbagliata e Donadoni non è Lippi. Tutto vero. Prima però che questo accada, denudando il re colpevolmente fermatosi a Berlino (e l'impressione è che avrebbe comunque sbracato più tardi...), c'è una scintilla che fa detonare il big bang azzurro.

 La accende il signor Peter Frojdfeldt, svedese, 44 anni, dirigente in una azienda di servizi, appassionato di golf (guarda caso come Donadoni e Van Basten) e, incidentalmente, arbitro internazionale dal 2001 con già una bella tacca sul fischietto: la direzione di Italia-Islanda 0-2, unico suo precedente con gli azzurri prima di ieri, bel battesimo sulla panchina della nazionale per Marcello Lippi il 18 agosto 2004. Lippi, allora, aveva almeno un futuro davanti, mentre l'avvenire di Donadoni rischia di essere già alle spalle. Tutto perché questo sosia di Helmut Berger, «coadiuvato» dal guardalinee connazionale Stefan Wittberg, ha deciso di convalidare, applicando l'articolo 11, il primo gol olandese segnato da Ruud Van Nistelrooy al 26' in un fuorigioco che un giornalista giapponese nei paraggi è stato udito definire «monumentalle» e che ha fatto infuriare non solo il popolo davanti alla televisione, ma pure i tifosi in tribuna e i giocatori azzurri che hanno potuto vedere il replay sul megaschermo dello stadio. La gente ha fischiato imbelvita, Toni ha indicato le immagini a Frojdfeldt urlandogli a muso duro: «Guarda là!». Helmut non ha guardato ma ha ammonito l'attaccante. Il punto della discordia riguarda l'«attività» o meno di Panucci, momentaneamente fuori dal campo quando l'attaccante olandese, chiaramente al di là della linea difensiva italiana, ha corretto in rete il diagonale di Sneijder. Secondo il vecchio regolamento, non ci sarebbero storie: gol da annullare, tutti zitti e rinvio di Buffon. Con quello nuovo non è più così: gol valido, l'uomo fuori è come se fosse dentro. In Italia il caso di riferimento è quello di Fiorentina- Roma 0-0 del 18 marzo 2007, quando in una situazione identica Paparesta annullò il gol del romanista Mancini perché il viola Pazienza era oltre la linea di fondo, come Panucci. Allora, intervenne addirittura l'Aia per ammettere l'errore di Paparesta. Ma il gol olandese di ieri entra in un'altra casistica. 

Mentre infatti Pazienza stava rientrando, Panucci, dopo essere stato travolto da Buffon in uscita, era a terra con la faccia tra le mani impossibilitato a rientrare. Passivissimo. Fuorissimo. Che la situazione sia di controversa interpretazione lo conferma l'iniziale intenzione della Uefa, poi rientrata, di diffondere già a fine match un comunicato per ribadire che il gol è regolare. Atto che, solo a pensarlo, rivela una forte incertezza di fondo. La stessa che, pare, avrebbe sul tema Pierluigi Collina, mentre ha ribadito la linea espressa per Fiorentina-Roma Cesare Gussoni, presidente dell'Aia («Gol regolare, data l'immediatezza l'assistente non poteva fare diversamente ») e mentre pure Del Piero, a caldo, dalla panchina ha detto a Materazzi: «È buono». Nella nostra Moviola's Land, si discuterà della vicenda per giorni in tutti i bar sport da Bolzano a Palermo. L'unica cosa certa però resta una: per come è proseguito il match, meglio finirla qui e pensare con dignità che forse il big bang azzurro sarebbe esploso comunque. «Non voglio parlare dei singoli episodi: non ho visto dov'era Panucci, l'arbitro può sbagliare. E poi tanto il risultato non può più cambiare», ha detto Donadoni sull'argomento. Un bel gesto che, al netto di tutti gli errori di Fischietto Helmut, risulta l'unica cosa buona fatta dal c.t. in questa triste notte italiana. Il riferimento In Fiorentina-Roma Paparesta annullò un gol di Mancini: ma il caso di ieri sera è diverso

Alessandro Pasini

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