Rivoluzione con 4-5 cambi. Novità anche in difesa
Chiellini al centro e Grosso a sinistra. Cassano è il jolly

 

 

dal nostro inviato ENRICO CURRO'

 

De Rossi in allenamento

BADEN - Dalla formula Milan alla formula Roma più Del Piero: venerdì a Zurigo la Nazionale, obbligata a battere la Romania per restare dentro l'Europeo, potrebbe cambiare così, con l'inserimento di De Rossi e con Del Piero in campo dall'inizio con la fascia da capitano.

 Il turnover sarebbe robusto: cinque novità, con gli innesti di Del Piero, De Rossi, Perrotta, Chiellini e Grosso, rispetto alla disfatta con l'Olanda.

Sono passati appena nove giorni, da quando la Nazionale si tuffò tra la folla del Sudstadt Stadion - settemila persone festanti - per il suo primo e unico allenamento pubblico in terra austriaca. Eppure sembra un secolo fa: ieri, al rientro dalla batosta svizzera, i campioni del mondo si sono ritrovati completamente soli. Una piccola claque di venti ospiti e sponsor di Casa Azzurri li ha incoraggiati, con gli applausi e con un abbozzo di coretto per il ct ("Forza Roberto"). Ma è evidente il progressivo raffreddamento della non folta comunità italiana a Vienna, una volta constatata l'impossibilità di avvicinare la squadra.
Nemmeno un cacciatore d'autografi ha aspettato il pullman all'uscita e il tifoso irriducibile superstite era un pensionato, l'ex console commerciale d'Austria a Milano, molto critico nel suo accento teutonico: "Ke telusione, hanno ciocato senza crinta". La scarsa grinta è il difetto che Donadoni aveva appena rilevato, durante la lunga riunione tecnica mattutina (un'ora): "L'Olanda era più cattiva".

Gli errori tattici - l'arretramento in fase difensiva e il conseguente aumento della distanza tra Toni e i compagni - sono stati l'oggetto della lezione. Poi Cannavaro e Del Piero hanno sottolineato la necessità che il gruppo resti unito, senza scaricare la responsabilità della sconfitta sui singoli (nel caso specifico su Materazzi, Barzagli e Panucci). La parola d'ordine è che l'Europeo della Nazionale non è più nella fase a gironi, ma si è ormai trasformato in un'eliminazione diretta: con la Romania si giocano i sedicesimi di finale e, in caso di vittoria, con la Francia gli ottavi: "Dobbiamo vincere sempre e basta".

Per riuscirci, il ct non esiterà a ricorrere al turnover, soprattutto per ragioni di recupero fisico-atletico. Le opzioni sono due: il modulo del secondo tempo di Berna, col centrocampo a tre, il trequartista (Camoranesi o Cassano) e le due punte (Toni e Del Piero) oppure il sistema di gioco della Roma, con due mediani e tre centrocampisti d'attacco dietro il centravanti. Nell'uno e nell'altro caso cambieranno non meno di quattro o cinque titolari.

Donadoni faceva parte dell'Italia di Sacchi, che a Euro '96 cambiò cinque giocatori tra la prima (vinta) con la Russia e la seconda (persa) con la Repubblica Ceca: l'azzardo costò l'eliminazione. Ma allora la motivazione - fare riposare i titolari - era opposta rispetto all'attuale esigenza di ritoccare la squadra per vincere.

Nel possibile 4-2-3-1, in difesa entrerebbero Chiellini al centro (per Materazzi, che ha anche un polpaccio dolente) e Grosso a sinistra, col trasloco di Zambrotta a destra: il ruolo di secondo centrale se lo contenderebbero Panucci (ieri fermo per un affaticamento muscolare) e Barzagli.

In mediana la novità sarebbe De Rossi: accanto a lui resisterebbe solo uno dei tre milanisti titolari a Berna (Gattuso o Pirlo o Ambrosini, ma è in corsa anche l'altro romanista Aquilani). Gli esterni d'attacco sarebbero il confermato Camoranesi e l'entrante Del Piero (per Di Natale), il rifinitore l'altro innesto Perrotta (più di Aquilani), il centravanti sempre Toni. Cassano è l'eventuale jolly dell'ultima ora: può soffiare il posto sia a uno dei tre trequartisti sia a Toni. Il modulo ha il pregio di potersi trasformare nel 4-3-1-2, con Perrotta mediano, Camoranesi rifinitore e Del Piero seconda punta. Da oggi si studiano le varianti.

 

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