L'appuntamento è per sabato alle 15 in piazza Farnese a Roma.

Lì, ci saranno tutti quelli che credono che il disegno di legge sul testamento biologico che ha già passato all'esame del Senato sia, per usare le parole di Umberto Veronesi, «un obbrobrio». Oppure, citando Beppino Englaro, «una barbarie». Insomma, tutti quelli che credono che la battaglia di Eluana non sia finita con la sua morte.

Già, perché l'attacco alla libera scelta dei malati e delle loro famiglie, non è finita. Lo sanno bene le migliaia di persone affette dalla Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, convinti che «prima di fare una legge su questi argomenti sarebbe più che opportuno ascoltare chi la nutrizione e l'idratazione artificiale le vive tutti i giorni sulla propria pelle».

Ma il centrodestra è sordo, va avanti nella sua crociata senza smettere di strumentalizzare la vicenda Englaro. Le parole più dure sono quelle pronunciate dal capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: «Le parole di Beppino Englaro – dice – dimostrano che non eravamo soltanto di fronte a un dramma umano e familiare, ma a una precisa iniziativa politica. Englaro – sostiene Gasparri – da un lato voleva che la politica non si occupasse di questa vicenda, dall'altro invade il campo con espressioni offensive nei confronti del parlamento, dove esiste invece una forte maggioranza schierata in difesa della vita. Non ci faremo intimidire – azzarda – da questa campagna politica in favore dell'eutanasia».

 

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