L'ARTE
E LE NUOVE TECNOLOGIE
L'arte
è un bisogno primario dell'uomo. I graffiti rupestri delle grotte
paleolitiche testimoniano il bisogno umano, mai sopito, di trasmettere
emozioni attraverso uno strumento o un supporto. E' questo il nodo: è
impossibile reprimere la sensibilità, e questa affermazione è
quanto mai attuale in questi tempi di guerra e paura. L'arte è
strettamente connessa al piacere, ma spesso nasce dal dolore, dal vuoto
esistenziale, dalla crisi. Il pensiero si fa gesto e crea. Il pensiero
diviene tangibile espressione dell'animo. "Il guazzabuglio del cuore
umano" è una miniera infinita di suggestioni. L'arte spesso
è salvezza dalla crisi. Cito spesso (perché mi piace) l'immagine
calviniana ("Il castello dei destini incrociati") del santo
che scrive, mentre un leone, mansueto, giace ai suoi piedi. Credo che
le nuove tecnologie abbiano dato nuovo impulso al fare artistico perché
hanno contribuito ad ampliare il ventaglio delle sensazioni trasmissibili.
Il melting pot visivo, uditivo, dinamico di certe realizzazioni cyber
sta altresì accentuando un trend già presente nell'arte
contemporanea: la trasformazione dell'oggetto artistico nell'evento artistico,
la sottolineatura del processo, della struttura del messaggio, dell'importanza
dell'artista. Ecco: è ricomparso l'operatore, il demiurgo ucciso
e scacciato, vilipeso e umiliato negli ultimi anni. La tecnologia ha riportato
alla ribalta la sensibilità, l'Ego e anche questo mi piace. A patto
che non si dimentichi mai di giocare la carta vincente dell'interattività:
è questo, a mio avviso, il vero asso nella manica delle nuove tecniche
artistiche. Si deve puntare molto sull'interazione creativa con il pubblico,
avvalendosi del bagaglio immaginifico di tutto il "villaggio globale".
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