nazzaro pandimiglio

Giovedì 26 aprile si è tenuta al Teatro Greco di Roma la prima nazionale del divertente spettacolo diretto e sceneggiato da Enzo D'Avolio, inserito nel Progetto Speciale Teatro 2011/12 e realizzato in collaborazione con Roma Capitale, dal titolo “Il Monaco nel letto”.

Si tratta di un' appassionante commedia musicale in due atti, frutto del libero riadattamento dello spassosissimo ed indimenticabile "'O Scarfalietto” di Eduardo Scarpetta, non a caso portato ritualmemente in scena, dal suo esordio ad oggi, almeno una volta all’anno, con costanti pienoni nei teatri dove viene rappresentato.

Al centro della trama, la vicenda di don Felice Caccavale e di sua moglie Amalia, due benestanti coniugi napoletani, interpretati rispettivamente da Gianni Nazzaro e Donatella Pandimiglio, i quali, a seguito di continui litigi ed estenuanti discussioni, decidono di separarsi. Marito e moglie finiscono, quindi, in tribunale, coinvolgendo inesorabilmente anche tutti gli altri personaggi della commedia nella stessa atmosfera esagerata ed inverosimile che contraddistingue le storie tipiche di Scarpetta.

Particolarmente apprezzata l'intensa performance interpretativa della Pandimiglio, ancora una volta nelle vesti di protagonista al Teatro Greco, ed applauditissimo il gradito ritorno alla ribalta di Gianni Nazzaro.

Molto decisa la scelta della regia di spingere fino all'eccesso farsesco i caratteri dei personaggi, confidando saggiamente nel bagaglio di esperienza dei due protagonisti, ma anche degli altri personaggi interpretati da Franco Fontana, Ketty Roselli, Achille D’Aniello, Raffaele Proietti, Vincenzo Gentile, Claudio Giova e Maria Lauria. Da segnalare, inoltre, la preziosa partecipazione dell’attore Luigi Montini nei panni del buffo giudice settentrionale, giunto a Napoli per presenziare all'udienza di separazione dei due coniugi.

Interessante il riadattamento di Enzo Avolio che, impreziosendo un copione già di per sé ricco di elementi di indubbia efficacia spettacolare, prevede l'aggiunta di quadretti cantati sulla base delle coinvolgenti musiche originali del maestro Stefano Fresi, che ha concepito una colonna sonora tra le atmosfere francesi dell’Operetta e il musical di Kurt Weill.

Il taglio di un atto nel testo e il rimaneggiamento di alcuni personaggi mirano, poi, ad offrire al pubblico più eterogeneo una fruibilità in grado di oltrepassare i confini del classico teatro partenopeo, anche se inevitabilmente nella parte finale si avvertono qua e là dei piccoli “salti” nell'intreccio narrativo.

Particolare cura, infine, nell'allestimento delle suggestive scenografie, che catturano immediatamente l'attenzione dello spettatore.

Così come risulta minuziosa l'attenzione al lavoro sul copione, che evidenzia lo sforzo di restituire “appeal”, attraverso la spontaneità dei dialoghi e degli ingenui schemi comici, ad un genere come quello della farsa, considerato ormai di antica memoria.