"SOUL
SURVIVORS " Regia: Steve Carpenter Cast: Casey Affleck, Wes Bentley, Melissa Sagemiller, Luke Wilson Genere: horror Giudizio: *
Due
coppie di amici decidono di andare ad un "rave party" organizzato
all'interno di una chiesa sconsacrata; Matt e Sean si manifestano entrambi
innamorati della stessa ragazza, Cassie, e questo provoca un litigio forsennato
che prosegue lungo il viaggio di ritorno. Cassie (Melissa Sagemiller)
perde il controllo dell'auto che finisce fuori strada: quando giungono
i primi soccorsi, l'unico dei quattro amici che non è sopravvissuto
all'incidente è Sean (Casey Affleck). Per Cassie inizia un periodo
d'inferno: durante le sue giornate è presa da visioni più o
meno minacciose, da sospetti verso i suoi amici che sembrano complottare
contro di lei e dalla presenza di strani personaggi quali ad esempio la
scura Raven (Angela Featherstone) che entrano ed escono dal college per
motivi incomprensibili.
Nella scrittura e direzione di questo film, Steve Carpenter (regista di
"Blue Streak" e di "Urban legend") ha molto ereditato
da un filone di thriller psicologici improntati su di un'altalena tra
la vita e la morte, tra il sonno e la veglia, tra la realtà e l'incubo.
A parte i paragoni già noti con film quali "Stati di allucinazione"
di Ken Russell e "Don't look now" di Nicholas Roeg mi sento
di aggiungere alla lista un film a suo tempo trascurato, "Jacob's
ladder" di Adrian Lyne. Nel paragone con quest'ultimo notiamo un
accostamento fondamentale: una vicenda incentrata su di un'intensa lotta
psicologica compiuta da una persona nel tentativo di restare ancorata
alla propria vita e soprattutto al proprio corpo, e grazie a questo noi
scopriamo cosa può pensare o provare quella stessa persona che compie
tra la vita e la morte inconsapevole della situazione, ma che lentamente
prende coscienza del proprio disagio.
L'idea
di fondo, non originale come abbiamo visto, è geniale, ma la resa
scenica ha la sua importanza: questo film non brilla e passa inosservato
all'interno di un filone dal sapore del "già visto";
unico elemento coraggioso e innovativo è il personaggio, interpretato
da Carl Paoli, della "maschera della morte": un ruolo contorto
che rappresenta il confine impercettibile che separa la ragazza dal trapasso;
questo veicolo simbolico verso l'aldilà la rincorre fisicamente,
la perseguita, la violenta psicologicamente. La raffigurazione della morte
come di un uomo con una maschera di plastica che ha le connotazioni del
serial killer veicola in senso figurativo una drammaticità propria
dell'elemento morte e lo perfeziona nel contesto. Unico elemento questo
di coraggiosa innovazione che regala una sufficienza ad un film altrimenti
troppo ripetitivo. Sale:Roma: Atlantic -
Broadway - Ferocia Cineplex - Galaxy - Quirinale - Savoy - Trianon - Tristar
- U.C.I. Marconi - Warner Medici Milano: U.C.I. Cinemas Napoli: Arlecchino - Lendi - Plaza Torino: Ambrosio - Ideal cityplex Genova: Cineplex Porto antico - Universale Firenze: Variety Palermo: Ciak Bari: non in programmazione Bologna: Embassy - Medusa multicinema Verona: non in programmazione
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