Prova
a prendermi
Steven
Spielberg, erma bifronte uomo/bambino mostra freudianamente i due lati
di sé
Titoli
di testa su disegni animati, scenografie color pastello e Buick che si
incrociano per strada, ci portano immediatamente in pieno clima anni '60,
cullati
da musica Jazz, facciamo la conoscenza della famiglia Abagnale, dove il
paterno Christopher Walken pone le basi e le ragioni del mito che verrà
messo in scena in seguito. Quando il divorzio si pone come la ratio scatenante
della repentina crescita del piccolo Frank, padre e figlio contrappongono
le loro strade convergendo l'uno verso la sconfitta, l'altro verso la
vittoria. Attraverso un'America di buoni sentimenti, seppur macchiata
dalla vicenda Kennedy e dalla guerra del Vietnam, Abagnale si basa sulle
mitizzazioni di alcune figure professionali per fare la sua fortuna, raggranellando
milioni di dollari in quattro anni di "lavoro" e viaggiando
dall'Atlantico al Pacifico. Finirà per spacciarsi per supplente
di francese in un liceo, per medico, avvocato e pilota di aerei di linea.
È tutto vero, o meglio è tutto come ce lo racconta Frank
Abagnale Jr. nella sua autobiografia (edita in Italia da Piemme), ma ci
sarà davvero da fidarsi? Vero è che l'umanità di
entrambi viene messa
tanto in luce in questo film da far pensare che sia il regista a metterci
del suo, frugando e interrogando i due lati del suo carattere: il diligente
e il criminale, l'ordine e il disordine, la voglia di rigare dritto e
quella di infrangere le regole. Hanks è meraviglioso nell'agente
FBI più umano mai rappresentato, Carl Hanratty, l'unico a comprendere
i dissidi interiori del caso Abagnale. I due arriveranno ad una condizione
di amore/odio già rappresentata sia letterariamente che cinematograficamente,
una situazione di reciproca dipendenza, causata dall'unico comun denominatore
della solitudine. Una pellicola dagli apparenti toni leggeri, mostra tre
prove d'attore di tutto rispetto: Di Caprio nel suo ruolo di abbindolante
e fascinoso Casanova della truffa, un panciuto Hanks nei panni di un agente
controcorrente, ma soprattutto Christopher Walken nei panni di padre in
sfacelo, distrutto dal divorzio e sorretto dai successi del figlio, davvero
convincente. Tra un capolavoro e l'altro Spielberg si è concesso
questa vacanza di 50 giorni in cui ha dato vita ad una commedia dai toni
agrodolci, ma, anche volendo, non riuscirebbe mai a fare un fiasco.
Cast
artistico
Leonardo Di Caprio
- Frank Abagnale Jr.
Tom Hanks
- Carl Hanratty
Christopher Walken
- Frank Abagnale
Martin
Sheen - Roger Strong
Nathalie
Baye - Paula Abagnale
Amy
Adams - Brenda Strong
James
Brolin - Jack Barnes
Brian
Howe - Tom Fox
Dati
Tecnici
Titolo
originale: Catch
Me If You Can
Regia:
Steven Spielberg
Fotografia:
Janusz Kaminski
Soggetto:
Stan Redding e Frank Abagnale Jr.
Sceneggiatura:
Jeff
Nathanson
Montaggio:
Michael Kahn
Produzione:
Walter F.Parkes, Steven Spielberg
Produzione
esecutiva: Barry Kemp, Laurie MacDonald,
Tony Romano, Michel Shane
Musica:
Monty Norman, John Williams
Scenografia:
Jeannine Oppewall
Costumi:
Mary Zophres
Suono:
Ramiro Belgardt, Norman Bernard, Charles
L.Campbell, Mark Eshelman
Produzione:
Amblin Entertainment, Dreamworks SKG,
Kemp Company
Origine:
USA
Distribuzione:
UIP
Durata:
141'
Formato:
35 mm
Aspect
Ratio: 1.85:1
Genere:
Commedia
Uscita
nazionale: 31 Gennaio 2003
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