VetrinaCinema
a cura di Marzia Serra e Stefano Stanzione
   

 

Angel-a

Regia: Luc Besson
Cast: Serge Riaboukine, Rie Rasmussen, Gilbert Melki, Jamel Debbouze
Genere: Commedia
Distribuzione: 01 Distribution
Giudizio: * * *

AngelaPedro è un ometto dall’aspetto buffo che possiede una grande abilità: quella di cacciarsi nei guai più grossi. Infatti deve una gran quantità di denaro ad alcuni malavitosi parigini. Costantemente vittima di un destino avverso, un mattina decide di gettarsi da un ponte quando incontra una bellissima donna…

“Non è un film sugli angeli custodi ma su noi stessi ; sulla necessità di accettarsi per quello che si è. Oggi vige l’idea che per essere felici bisogna possedere l’aspetto di Brad Pitt e guidare una BMW. Quando mi guardo allo specchio non vedo Brad Pitt e anche se posso permettermi una BMW , non penso sia questo il senso ultimo della nostra vita.”
Con questa considerazione il regista francese Luc Besson spiega il tema contenuto nella sua ultima pellicola, “Angel-a”. Dopo i successi ottenuti con “Nikita”, “Leon” “Subway”, “Kiss of the dragon”(di cui ha curato la sceneggiatura), lungometraggi dove violenza , malinconia e un senso di amarezza per la vita dominavano incontrastate(ad eccezione del”Quinto elemento” dove era presente una buona dose di humor e un plot a lieto fine), con il suo ultimo lavoro Besson è spinto dal desiderio di proporre una storia più intimista, poco pretenziosa e per questo gradevole, con un tema che può sembrare banale ma che nella società odierna è continuamente presente , divenendo il cruccio di milioni di persone che vedono il benessere nell’ appagare desideri molto spesso vani e infantili. “Angel-a” si pone come una favola moderna. Oggi come non mai il cinema ha bisogno di storie che aiutino a sognare e a distogliere il pubblico dalle preoccupazioni della vita quotidiana che giorno dopo giorno sembra divenire sempre più dura e ostile. Come spinto da un’ondata di nostalgia per i tempi passati, Besson si propone con una pellicola in bianco e nero, che conferisce all’opera intera un aspetto suggestivo ed in particolare alla città in cui è ambientata la storia: Parigi. La Tour Eiffell , la Senna, Notre Dame assumono un aspetto quasi magico ,in linea con l’atmosfera pregna di humor che domina il copione. La musica è presente in poche sequenze, ossia quando emerge il dramma interiore di Pedro e dove il plot narrativo lascia spazio a quel pathos dovuto al sentimentalismo e battute zuccherose.
La sceneggiatura è costruita sui personaggi dello stesso Pedro e Angel-a , diversi fra loro per ciò che concerne la fisicità( lui bassetto con la camminata di uno gnomo isterico , lei una “dark lady” bionda e altissima) ma identici per ciò che riguarda un’insicurezza di fondo che li porta a dubitare della loro vera identità e delle loro qualità. Due personaggi che ,in un certo senso, incarnano le paure e i dubbi di tutti quegli uomini e quelle donne che hanno dimenticato cosa significhi amare se stessi .
Nonostante nell’ultimo atto vi siano le classiche battute da soap opera ,tipo “Ti ho amata dal primo momento che ti ho vista” oppure ” Sei la donna dei miei sogni”, la pellicola di Luc Besson , ad ogni modo, esula da quella pateticità esagerata in cui molto spesso precipitano i film incentrati sul tema “amore”, risultando piacevole e per nulla adatto ad un pubblico troppo cinico e intellettuale.

Stefano Stanzione

 


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