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Regia: Atom
Egoyan
Cast: Kevin Bacon, Colin Firth, Rachel Blanchard, Alison
Lohman
Genere: Thriller
Distribuzione: Fandango
Giudizio: *
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Negli
anni’ 50 una ragazza viene ritrovata senza vita nella camera d’albergo
di due comici hollywodiani, Vince Collins e Lenny Morris. Il caso viene
archiviato come suicidio dovuto ad una dose massiccia di barbiturici.
La coppia di attori viene scagionata. Ma dopo questo tragico episodio
i due colleghi di lavoro e amici nella vita decidono che la loro carriera
è giunta al termine ; la separazione è imminente quanto
inspiegabile. Quindici anni dopo l’aspirante scrittrice Karen O’
Connor decide di intervistare i due comici per ottenere informazioni più
dettagliate sulla morte della giovane donna, convinta che entrambi nascondano
un terribile segreto…
Per anni e anni Hollywood è stata considerata
“La mecca del cinema”. Quest’ultima è divenuta
in un certo senso l’emblema del tanto acclamato “sogno americano”
che vede la sua massima rappresentazione in un archetipo da noi tutti
conosciuto: il giovane di periferia che vive una precaria condizione economica
, sostenendosi con lavoretti squallidi e per nulla gratificanti e che
aspira alla fama e alla gloria , sperando di imporre la propria personalità
nel mondo dello spettacolo grazie anche alle sue doti artistiche che mette
a frutto soltanto nelle ore notturne , magari in una stanza di esigue
dimensioni sotto la flebile luce di una lampada (nel caso si tratti di
uno scrittore) oppure in un teatro da quattro soldi o in un locale di
terza categoria frequentato perlopiù da ubriaconi e prostitute(
nel caso, invece , si tratti di un attore o di uno /a cantante) .
Molti di loro realizzano i propri sogni ottenendo il successo tanto agognato.
Ma con il passare del tempo scoprono il lato buio che si cela dietro il
mondo dello show-business; un mondo la cui scenografia è costituita
dall’alcool , le droghe , il sesso allo stato puro. Alcuni riescono
a mantenere un certo distacco; altri ne vengono attratti ma poi rinsaviscono;
altri ancora (e purtroppo rappresentano la stragrande maggioranza) vengono
risucchiati da questa spirale che li ammalia, li avvolge e poi li getta
in un baratro oscuro e senza fine. Il regista egiziano Atom Egoyan , intende
mostrare questo aspetto con la sua ultima pellicola “False verità”.
Proietta,infatti, lo spettatore in una continua altalena di flash-back
le cui immagini prendono vita negli affascinanti e gioiosi anni ’50
dove tutto era whisky, belle donne, spot pubblicitari a gogò ,
il tutto avvolto dal fumo delle sigarette. Come un abile pasticciere,
Egoian ne taglia una fetta, la fetta che giudica più significativa.
Dietro quell’aspetto invitante e appetitoso coadiuvato oltremodo
da una montagna di panna con tanto di ciliegina si cela un cumulo di muffa
ricoperta di vermi ripugnanti. Un universo costituito da menzogne, rapporti
con la malavita, proposte indecenti , ricatti e squallore dove tutti sono
disposti a calpestare la propria dignità pur di mantenere integra
la reputazione. Egoyan sceglie due attori comici , acclamati dal pubblico
, dalla critica ma soprattutto dai bambini. Due personaggi che recano
nelle case degli americani letizia e tanta speranza. Ma il loro aspetto
ben curato , i sorrisi innocenti, quel perbenismo zuccheroso e il fatto
di essere i beniamini dei grandi e dei più piccoli non li rende
certo diversi rispetto alle rock star che senza inibizioni mostrano un
look aggressivo e gli occhi gonfi e vacui dovuti all’uso eccessivo
di cocaina. Il regista si avvale della collaborazione di Colin Firth e
del bravissimo e purtroppo sottovalutato Kevin Bacon che in qualsiasi
ruolo, anche il più banale, riesce a creare un’ empatia non
indifferente . Nonostante la presenza di quest’ultimo e del tema
trattato, il film risulta poco appassionante e melenso. Pur essendo bollato
come “thriller”, la pellicola esula da una caratteristica
che è fondamentale per un tale genere narrativo : la suspence.
La sceneggiatura(curata dallo stesso regista) sembra colmare questa mancanza
di cui sopra con un numero esagerato di colpi di scena che distolgono
l’attenzione dello spettatore abbandonandolo ad una serie di quesiti
destinati a rimanere privi di risposta.
A questo si aggiungono dialoghi che tentano ostinatamente di risultare
espressivi e sensuali ma che risuonano finti e a volte anche ridicoli.
Se si pone una certa attenzione alla musica (costituita per buona parte
da violini, violoncelli e qualche timido accenno di pianoforte) , agli
sguardi ammiccanti delle interpreti femminili ed anche ai dialoghi medesimi,
si ha l’impressione che l’autore voglia ricalcare lungometraggi
come “Basic Insict” . Purtroppo l’intento si rivela
un buco nell’acqua poiché le attrici presenti nella pellicola
(in particolare la protagonista) non possiedono il fascino e quel “
sex-appeal “ di cui Sharon Stone è maestra indiscussa , oltre
ad una buona capacità interpretativa. Per farla breve, ciò
che manca in “False verità” e che spinge a controllare
più volte l’orologio, è l’assenza di atmosfera
e di ritmo narrativo , due elementi che un bravo scrittore dovrebbe curare,
a maggior ragione se si confronta con un genere come, appunto, il giallo.
Probabilmente , ciò che recherà un po’ di conforto
a quella fetta di pubblico amante delle pellicole ad alto contenuto erotico
, sono le copiose scene di sesso presenti all’interno del film ,
scandite oltremodo , in alcuni momenti, da un linguaggio ed uno stile
che rimandano alle sequenze ideate dal regista David Linch; una scelta
che risulta fuori luogo e che un Alberto Sordi o un Sergio Leone avrebbero
commentato così : “ Ma che è ‘stà roba?
“
Stefano Stanzione
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