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Regia: Alfonso Cuaròn
Cast: Clive Owen, Chiwetel Ejifor, Julianne Moore, Michael Caine
Genere: Fantascienza
Distribuzione: UIP
Giudizio: * * * * |
Anno 2027. Tutta l’umanità è in crisi a causa dell’impossibilità di procreare. Theo, piccolo burocrate dall’aria spenta e malinconica, viene rapito da Julian, un’attivista e sua ex-compagna.
Julian affida un incarico a Theo: deve scortare una giovane donna di colore oltre il confine, dove l’attende una nave che la porterà al “Progetto umano”. Theo dapprima rifiuta; ma quando scopre che la donna aspetta un bambino, sarà pronto ad aiutarla, intraprendendo una folle corsa per la salvezza del genere umano.
Dopo aver diretto il terzo episodio di “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”, il regista messicano Alfonso Cuaròn torna sul grande schermo con un film di stampo fantascientifico tratto dal romanzo di P.D.James : “I figli degli uomini”.
Cuaròn trascina lo spettatore in una Inghilterra post-apocalittica e claustrofobica, su cui incombe un cielo grigio. Nonostante le strade siano affollate e caotiche , il mondo presentato dall’autore è ben lontano dalle scenografie futuristiche a noi tutti note , caratterizzate da grattacieli imponenti e auto volanti; nonostante siano trascorsi circa vent’anni, le città non sembrano aver subito profondi cambiamenti. Ma già dalle prime sequenze si avverte comunque che qualcosa in quel mondo non quadra; qualcosa di cui si sente l’assenza così da generare un senso di malessere. Ma cos’è? Semplice: la speranza. Quel mondo sta marcendo giorno dopo giorno ; gli umani ne sono consapevoli ma aspettano passivamente l’inevitabile declino. Cuaròn ne estrapola uno: il suo nome è Theo. Un uomo come tanti, cappotto chiaro, barba incolta, sguardo annoiato . Quel malessere di cui sopra non sembra toccarlo più di tanto.
Eppure un uomo come lui, che molti giudicherebbero un mediocre, diviene l’unico che potrebbe far risorgere il mondo dalle sue ceneri. Infatti,quando Theo scopre che la giovane donna che deve scortare oltre il confine è incinta, appare chiaro quale sia la il motivo per cui la speranza ha abbandonato la Terra: l’assenza di bambini. Il mondo in cui vive Theo è opaco, privo di colori come un foglio bianco. E quel foglio muta la sua triste condizione proprio quando un bimbo vi disegna aquiloni in un cielo azzurro , infondendo un senso di gioia e amore per la vita di cui forse non dispone neanche il pittore più abile. Ed è proprio questo che spinge Theo ad affrontare centinaia di pericoli per proteggere la giovane donna: il desiderio di rivedere i colori e ascoltare di le risate dei bambini ; quelle risate gioiose che avrebbe ascoltato per tutta la vita se suo figlio non fosse morto subito dopo il parto. E così la macchina da presa rincorre Theo durante la sua corsa contro il tempo, proprio come l’obbiettivo rincorreva i ragazzetti nel film “Sciuscià” di Vittorio De Sica. Cuaròn guadagna un “ottimo” con la scena di guerriglia. Marcata da un forte realismo, la sequenza bellica raggiunge l’apice del suo pathos nel suo stesso epilogo, quando Theo e la donna scendono le scale del palazzo semidistrutto dai carriarmati, sotto gli sguardi attoniti e commossi dei cittadini e dei militari che osservano quella creaturina che impone il silenzio ai mitra e alle bombe con il suo pianto.
Chiaro , quindi , il messaggio: i bambini sono il cuore del mondo, la sola luce che può riscaldare ancora i cuori aridi degli uomini. Il razzismo(tema presente nella pellicola), l’ingiustizia, gli ideali politici, la guerra…Tutto ciò viene spazzato via come polvere di fronte all’importanza che assumono i bambini nel mondo di Theo che ,purtroppo, non è così diverso dal nostro.
Stefano Stanzione
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