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| Truman Capote - A sangue freddo |
Regia: Benneth
Miller
Cast: Philip Seymour Hoffmann, Catherine Keener, Clifton
Collins Jr. Chris Cooper, Bruce Greenwood
Genere: Drammatico
Distribuzione: Sony Pictures Classic
Giudizio: * * *
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Dopo
aver letto sul giornale la notizia relativa al brutale omicidio di una
famiglia del Kansas da parte di due psicopatici, lo scrittore Truman Capote
decide di recarsi nella cittadina dove è avvenuta la tragedia per
raccogliere informazioni più dettagliate.
Assieme alla sua amica Harper Lee, Capote decide di intervistare uno degli
assassini, da poco incarcerati, con l’intenzione di scrivere un
romanzo, oltremodo ispirato dalla reazione della piccola comunità
rurale di fronte ad un tale massacro…
Un locale affollato, l’odore del tabacco, uomini in smoking, bevande
alcoliche, discussioni sulla letteratura alternati a pettegolezzi sulle
stelle di Hollywood condite da battute insulse e a volte squallide: questo
è l’ambiente nel quale il regista Benneth Miller ci presenta
Truman Capote, uno tra i maggiori scrittori americani del ‘900,
che si distinse per quella sua vocina acuta e incredibilmente buffa, per
quel suo modo di vestire stravagante ed esagerato ma soprattutto per la
capacità di regalare una scrittura asciutta, fluida e coinvolgente
che si riscontra in tutti i suoi romanzi, in particolare “A sangue
freddo”, manoscritto al quale è ispirato il film.
Autore del tanto acclamato “Colazione da Tiffany” e amico
di Marilyn Monroe, Truman Capote riprende vita nel dotatissimo attore
Philip Seymour Hoffmann, che regala un’interpretazione credibile
e ben riuscita, grazie anche all’attenzione che l’attore stesso
mostra nel riproporre fedelmente le movenze, il modo di esprimersi e tutte
quelle caratteristiche che gli americani e l’intera Europa, ebbero
modo di conoscere durante quei lontani e affascinanti anni’50 ,quando
fece la sua apparizione il dotatissimo scrittore di New Orleans.
L’intera pellicola alterna ambienti chiusi il più delle volte
claustrofobici, a spazi aperti, caratterizzati da un paesaggio rurale
e selvaggio ,oppresso da un inverno rigido che dà sfogo a giornate
uggiose e grigie; un’atmosfera che sta alla base dell’intera
pellicola , pura espressione dell’aspetto psicologico degli stessi
personaggi. Il Capote di Miller trascina il suo umorismo e la sua stravaganza
nel villaggio di Holcomb “una zona desolata che nel resto dello
stato viene definita laggiù”. In questa minuscola comunità
formata in gran parte da contadini e braccianti pacifici, rispettosi del
prossimo e osservatori delle leggi divine, lo stesso Capote e gli assassini
Smith e Hickock, sono considerati una sorta di invasori, giunti da un
luogo lontano per turbare la quiete cittadina. Uno suscita giudizi non
sempre positivi; gli altri due orrore e sgomento. Ma il romanzo mostra
con una incredibile sottigliezza l’incoerenza degli stessi cittadini
i quali si lasciano andare a continui pettegolezzi e congetture spesso
futili, mettendo in luce la contraddizione che è alla base dell’animo
umano: gli abitanti di un piccolo luogo come Holcomb, nonostante si dimostrino
favorevoli alla pena di morte inflitta ai due psicopatici e quindi addolorati
per la scomparsa della famiglia Clutter da loro assai stimata , non possono
fare a meno di provare un certo interesse per lo sconvolgente fatto di
cronaca che, in qualche modo, li scuote dal torpore di quella vita tranquilla
e fin troppo serena. Un aspetto interessante che purtroppo nella pellicola
è assente. Sceneggiatore e regista desiderano mostrare il rapporto
che si crea fra Capote e Perry Smith , aspetto degno di nota, ma che non
sempre risulta coinvolgente a causa di un ritmo narrativo piuttosto lento.
Ad ogni modo, il lungometraggio risulta piacevole e semplice, intenzionato
a mostrare gli ultimi istanti della vita di un uomo che sfocia nella depressione
e nell’alcolismo, un elemento che viene accentuato all’interno
del film, dal senso di colpa che lo scrittore prova dopo aver sfruttato
come semplice fonte di informazioni il suo interlocutore, spacciandosi
per un amico sincero.
Stefano Stanzione
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