VetrinaCinema
a cura di Marzia Serra e Stefano Stanzione
   

 

Truman Capote - A sangue freddo

Regia: Benneth Miller
Cast: Philip Seymour Hoffmann, Catherine Keener, Clifton Collins Jr. Chris Cooper, Bruce Greenwood
Genere: Drammatico
Distribuzione: Sony Pictures Classic
Giudizio: * * *

Truman Capote - A sangue freddoDopo aver letto sul giornale la notizia relativa al brutale omicidio di una famiglia del Kansas da parte di due psicopatici, lo scrittore Truman Capote decide di recarsi nella cittadina dove è avvenuta la tragedia per raccogliere informazioni più dettagliate.
Assieme alla sua amica Harper Lee, Capote decide di intervistare uno degli assassini, da poco incarcerati, con l’intenzione di scrivere un romanzo, oltremodo ispirato dalla reazione della piccola comunità rurale di fronte ad un tale massacro…

Un locale affollato, l’odore del tabacco, uomini in smoking, bevande alcoliche, discussioni sulla letteratura alternati a pettegolezzi sulle stelle di Hollywood condite da battute insulse e a volte squallide: questo è l’ambiente nel quale il regista Benneth Miller ci presenta Truman Capote, uno tra i maggiori scrittori americani del ‘900, che si distinse per quella sua vocina acuta e incredibilmente buffa, per quel suo modo di vestire stravagante ed esagerato ma soprattutto per la capacità di regalare una scrittura asciutta, fluida e coinvolgente che si riscontra in tutti i suoi romanzi, in particolare “A sangue freddo”, manoscritto al quale è ispirato il film.
Autore del tanto acclamato “Colazione da Tiffany” e amico di Marilyn Monroe, Truman Capote riprende vita nel dotatissimo attore Philip Seymour Hoffmann, che regala un’interpretazione credibile e ben riuscita, grazie anche all’attenzione che l’attore stesso mostra nel riproporre fedelmente le movenze, il modo di esprimersi e tutte quelle caratteristiche che gli americani e l’intera Europa, ebbero modo di conoscere durante quei lontani e affascinanti anni’50 ,quando fece la sua apparizione il dotatissimo scrittore di New Orleans.
L’intera pellicola alterna ambienti chiusi il più delle volte claustrofobici, a spazi aperti, caratterizzati da un paesaggio rurale e selvaggio ,oppresso da un inverno rigido che dà sfogo a giornate uggiose e grigie; un’atmosfera che sta alla base dell’intera pellicola , pura espressione dell’aspetto psicologico degli stessi personaggi. Il Capote di Miller trascina il suo umorismo e la sua stravaganza nel villaggio di Holcomb “una zona desolata che nel resto dello stato viene definita laggiù”. In questa minuscola comunità formata in gran parte da contadini e braccianti pacifici, rispettosi del prossimo e osservatori delle leggi divine, lo stesso Capote e gli assassini Smith e Hickock, sono considerati una sorta di invasori, giunti da un luogo lontano per turbare la quiete cittadina. Uno suscita giudizi non sempre positivi; gli altri due orrore e sgomento. Ma il romanzo mostra con una incredibile sottigliezza l’incoerenza degli stessi cittadini i quali si lasciano andare a continui pettegolezzi e congetture spesso futili, mettendo in luce la contraddizione che è alla base dell’animo umano: gli abitanti di un piccolo luogo come Holcomb, nonostante si dimostrino favorevoli alla pena di morte inflitta ai due psicopatici e quindi addolorati per la scomparsa della famiglia Clutter da loro assai stimata , non possono fare a meno di provare un certo interesse per lo sconvolgente fatto di cronaca che, in qualche modo, li scuote dal torpore di quella vita tranquilla e fin troppo serena. Un aspetto interessante che purtroppo nella pellicola è assente. Sceneggiatore e regista desiderano mostrare il rapporto che si crea fra Capote e Perry Smith , aspetto degno di nota, ma che non sempre risulta coinvolgente a causa di un ritmo narrativo piuttosto lento. Ad ogni modo, il lungometraggio risulta piacevole e semplice, intenzionato a mostrare gli ultimi istanti della vita di un uomo che sfocia nella depressione e nell’alcolismo, un elemento che viene accentuato all’interno del film, dal senso di colpa che lo scrittore prova dopo aver sfruttato come semplice fonte di informazioni il suo interlocutore, spacciandosi per un amico sincero.

Stefano Stanzione

 

Sito Web --> www.sonypictures.it/film/capote


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