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a cura di Taisia Venturi
   
 
Tom rapito da bushido e katana

di Taisia Venturi

Le incredibili gesta dei samurai e i loro alti valori nella vita ed in battaglia rivivono sul grande schermo, grazie alla profonda conoscenza del regista Edward Zwick e alla straordinaria performance di Tom Cruise. Ripercorriamo tutte le fasi di lavorazione de “L’ultimo Samurai” e l’entusiasta accoglienza riservatagli dal pubblico di tutto il mondo, soprattutto quello giapponese, con le parole espresse dallo stesso attore.

Quali valori ha appreso girando questo film?
Ho letto la sceneggiatura, mi sono incontrato con il regista, visto che in passato non avevo mai realizzato un film epico e ho intrapreso questa meravigliosa avventura. L’ambizione di questo film è di fondarsi su delle basi filosofiche, cosa che trovo in linea con i miei valori personali, quali l’onore, l’integrità e la responsabilità. Queste cose per me hanno un significato come essere umano, ed è stato molto importante entrare all’interno di questa cultura e di renderle omaggio. Quello che è riuscito a realizzare Edward Zwick, un maestro della cinematografia, è da ammirare, perché è riuscito a creare qualcosa di fantastico. Il cinema va al di là di qualsiasi confine ed è possibile, con esso, superare le barriere. Io ho viaggiato molto da bambino e queste esperienze, da una parte all’altra dell’America, mi hanno fatto capire i vari modi di vivere e di pensare di ogni luogo in cui sono stato. Credo che sia molto importante avere un contatto con queste differenze: quando si ha a che fare con popoli diversi che parlano altre lingue è fondamentale avere una conoscenza più approfondita dei vari credo. Grazie a Edward Zwick, ho imparato i valori degli eroi e sono molto felice di essere qui oggi per parlarne.

Ci sono state delle critiche nei confronti del film che le hanno dato particolare fastidio?
Ogni persona ha un proprio modo di reagire alle opinioni diverse e io vedo il film come un’esperienza strettamente personale. Non ho mai basato il mio lavoro sui premi o su quello che possono essere le reazioni, o le critiche da parte degli altri, questo è sicuramente un viaggio individuale. Sono molto contento di come il film sta andando negli Stati Uniti, si sta battendo molto bene e ritengo che riesca a recuperare i soldi che sono stati spesi per realizzarlo, in modo da consentirmi di fare altre pellicole. Mi è piaciuta la reazione da parte di molti addetti al cinema; in America non c’è l’abitudine di alzarsi e applaudire alla fine della proiezione ma, in questo caso, ciò è avvenuto in moltissime occasioni, segno che il film è molto emotivo e la gente lo sente. Abbiamo deciso di fare la prima cinematografica in Giappone, perché di fondo la storia parla della loro cultura, sebbene sia inventata, e ci siamo sforzati di rappresentarla in maniera molto dettagliata. Io ero contento ma anche molto turbato e, siccome è il paese di questi eroi, sentivamo una forte responsabilità. E’ stata una grande sorpresa ricevere una standing ovation a Tokio. Un momento davvero magico”.

Come si è preparato agli incredibili duelli con la spada?
Nell’accingermi a fare questo film, non sapevo se avrei potuto fisicamente fare le cose che poi ho fatto. Ci sono delle persone che si addestrano per anni, solo per imparare il katà, la posizione precisa della spada e la mia trasformazione fisica doveva andare di pari passo con lo sviluppo del personaggio. Dovevo riuscire a fare delle cose incredibili, come superare la testa con il piede: considerate che, in questo film, non c’è nessuna immagine realizzata con il computer. Per quattro mesi mi sono allenato facendo stretching, rafforzandomi fisicamente ed esercitandomi con le spade. Ho fatto un addestramento per manovrare questa arma sia con le pratiche giapponesi che con quelle cinesi, dovendo aumentare la forza fisica, soprattutto quella delle spalle e dell’avambraccio. Ho imparato moltissime cose. E’ stato importante conoscere un’altra cultura, ho appreso che la verità è la verità, un qualcosa che ho sempre cercato. Ritengo che l’intolleranza e l’analfabetismo diano adito al divenire bigotti, al razzismo e all’ingiustizia e tutte queste conoscenze cerco di insegnarle alle persone che mi circondano. Bisogna trarre del piacere nel dedicare un po’ di tempo agli altri, perché consente di evitare i conflitti, che sono il frutto dell’ignoranza. Ci dobbiamo aiutare a vicenda: tutto questo ci avvicina alla verità.

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