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Il sentimento principe rivisitato da Alessandro Meluzzi

L’amore sano

Presentato, ieri, a Fermo, presso la Sala dei Ritratti del Palazzo dei Priori, l’ultimo
libro dello psicologo TV, Eros Agape: un’unica forma d’amore. La sua vita al servizio del sociale, tra flora, fauna, riti popolari, spazi verdi e musiche etniche dal Monastero del Rul, la cascina astigiana dove abita con la sua famiglia

di Maira Nacar

Alessandro MeluzziOnnipresente in TV, a ciclo settimanale continuo, dal lunedì alla domenica, senza sosta, eppur così vicino, nel suo andirivieni quotidiano, ai giovani, quelli della comunità, da lui fondata, in sostegno dei più disadattati nella società, cui dedica ogni cura e premura e tanta materia prima… oltre a tutta la serie d’iniziative culturali, indirizzate alla formazione di una nuova coscienza sociale, smarrita tra volenti convinti e nolenti ignari… E’ l’impegno profuso, a testa alta, da Alessandro Meluzzi, il popolare psichiatra che abbiamo imparato ad apprezzare, nelle vesti di opinionista, negli ultimi anni, all’interno del programma, L’Italia sul Due. L’ultima operazione editoriale del professor Meluzzi, porta il seguente titolo: “Eros Agape: un’unica forma d’amore”, edito da OCD. Il volume è stato presentato, ieri, presso la Sala dei Ritratti del Palazzo dei Priori, di Fermo. All’incontro erano presenti il Sindaco di Fermo, Saturnino Di Ruscio, l’Arcivescovo Mons. Luigi Conti, il Vice-Sindaco del Comune di Porto Recanati, Salvatore Piscitelli, il Presidente del Centro Studi PortoRecanatesi - Sezione Leopardiana, prof. Carlo Trevisani. A moderare l’incontro, Roberto Milone, Vice-Direttore di Rai due. Carta d’identità di un uomo coraggio, Alessandro Meluzzi, che rema, contro ogni mare mosso, quello del relativismo imperante, nel tentativo, di ripristino di un ordine esistenziale, attraverso la codificazione dei precari e confusi codici dei comportamenti umani e sociali e lo fa con la forza della scienza e sapienza, illuminata, anche, da un percorso personale di fede, (dopo un periodo vissuto, dall’uomo Meluzzi, come figlio un pò dissoluto, da Mater Romana Ecclesiae). Alessandro Meluzzi è nato a Napoli, il 9 ottobre del 1955, ma di adozione nordica - Albugnano (Asti), dove ha costruito il suo paradiso terrestre, Il Monastero del Rul, un incantevole complesso, aperto tutto l’anno, riservato a pochi intimi, per volta, in cui è possibile sostare, circondati da elementi di flora e fauna, che permeano ogni cosa, i cibi, l’abitato. Risvegliarsi, all’alba di un nuovo giorno, a cascina Meluzzi, è una delle peculiarità, da non perdere, dove diversi uccelli variopinti, con il loro canto del buondi’, segnano l’inizio degli incanti quotidiani. Il Monastero del Rul, è un impegno che Meluzzi condivide con sua moglie Maria… un’affascinante boliviana incontrata “per fatale e provvidenziale combinazione”, meno di vent’anni fa, ad una festa, dedicata agli indios del Lago Titicaca, alla Virgen de Copacabana. Il rassicurante prof. Meluzzi reduce dall’annullamento di un precedente matrimonio, come dire, ha riconosciuto l’altra parte della mela, in Maria, che le ha dato il frutto più bello, “non proibito”, Araceli, oggi 17 anni. Con Maria, il suo braccio destro, l’organizzatrice della “comunità” e con Araceli, che papà Meluzzi, assieme a nonna Delly, con le sue torte, il cucito &…, allo zio Lenin e il suo mondo equino, le antiche tradizioni esoteriche, il folklore &… ad Antonio, per anni, dedito allo sport e articoli sportivi, oggi alla campagna, viticoltura e vita comunitaria… segue, con molta premura, la sua famiglia felice e prende “vita” la vita di una piccola, straordinaria comunità, dove molti amici e un’associazione culturale di ricerca interiore e spirituale, provvista di una piccola azienda agricola di viticoltura e vinificazione, e, di un agriturismo accoglie tutti coloro che lo desiderano, a ristorare la propria anima e il proprio corpo. Lui, il professore che ha una risposta per tutto o quasi, lo ricordiamo, è docente all'Università di Siena e all'Università di San Marino, impegnato, fortissimamente, nella promozione della nascita della "Libera Università del Monferrato", dopo un passaggio, in politica, nella XII Legislatura alla Camera e nella XIII Legislatura al Senato. Rivestito di nuova linfa vitale, in qualità di psichiatra, psicoterapeuta, con la forza della discrezionalità e classe, si è così ripresentato, negli ultimi anni orsono, al pubblico, per l’appunto, dal palcoscenico dell’Italia sul Due, il contenitore pomeridiano, di successo, di Rai Due, mietendo consensi, sempre, più copiosi. Coltissimo, Alessandro Meluzzi, non solo, nelle scienze mediche, ben rappresentate nella sua professione, ma, anche, in altro… arte, storia, tempo libero, materie, sapientemente, accordate, nei pensieri e ragionamenti del popolare professore, prestato all’opinione televisiva, col gusto della dialettica che conquista, a primo colpo d’orecchio. Alessandro Meluzzi incarna la felicità dell’essere, l’immagine dell’equilibrio fatta persona, di un ideale umano esistente che non pilota, non marchingegna, non strizza l’occhiolino ad alcuna forma di seduzione, né sottospecie della stessa, alfine di plagiare menti, anime e coscienze collettive, ma seduce, nell’accezione migliore del termine, suo malgrado, attraverso la forza dell’autenticità, suo marchio di distinzione. Le passioni private di Alessandro Meluzzi richiamano la salute e la gioia, la semplicità di un mondo fatto di tradizioni e riti popolari, spazi verdi, flora e fauna, musiche etniche & tradizionali, sostegno al prossimo, (non dichiarato pubblicamente), se non in casi particolari, utili alla causa. Al perfetto uomo Meluzzi si può perdonare, anche, la partecipazione, sui generis, all’Isola dei Famosi, che ha destato qualche polemica, prontamente rientrata, nel giro di poco tempo. Nelle vesti di psicologo delle anime, di quattro naufraghi rimasti, in quel dell’Honduras, non ha convinto molto, il professore, e, lui - ha fatto sapere, nel corso di una puntata di “Sulla Via di Damasco” (programma di Don Giovanni D’Ercole, in onda il sabato mattina, su Rai due), che, la sua spedizione isolana, è stato solo un momento di esaltazione dell’egocentrismo, a telecamere accese. Il tocco del prof. Meluzzi, dunque, affascina; la sua delicatezza… quel rispetto riversato, nei modi, comportamenti e ragionamenti, quando, ad esempio, indirizzati all’universo femminile, visto nella sua idea di bellezza ammirabile, da amare, senza toccare, un’ammirazione delle forme femminili, dell’intelligenza in rosa, lontana da ogni forma di strumentalizzazione erotica diretta & indiretta, sporcata dal classico paraocchi a luci rosse, in quella fiera del desiderio di esposizioni proibite, guardate, con morbosità (filmografia hard, immagini fotografiche, cartoline, calendari & quant’altro), dagli amanti del genere. Un’inclinazione, questa, atta a svalutare il valore unico di un dono d’amore, esclusività finale, di uno straordinario percorso a due, che non ammette filtri di un certo tipo di audio - video - stampa. La forza delle pulsioni – lo sanno bene gli stessi erotomani, - una volta scaricata, lascia il vuoto, l’amaro nel cuore, creando una dipendenza, che, se, non fermata, nelle forme opportune, può durare tutta la vita, peggiorando la sanità mentale di chi n’è colpito, tenendo, l’uomo, sempre stretto, in quel confine labile che intercorre tra il normale e patologico sessuale. Lo psicoterapeuta Meluzzi, psicologo delle anime, spiega, chiarisce, nei suoi discorsi, interventi, libri e studi come riconoscere “l’amore vero”, ripudiando, senza esitazioni, gli amori, testimonial dello stato di possessività, gelosia, marchiati “dall’infedeltà cronica”, da parallelismi ed intrecci sentimentali, tipici di coloro che vivono, nel perenne vizio, denominato “schiavitù d’intrigo”, che, sulle ali di un potere, da offrire e/o di un’insicurezza del loro essere uomo-virile o del tempo che sfugge, premono l’accelleratore sull’eros di serie b, quello che agguanta le facili prede, solitamente giovani e desiderose di accedere ad un qualcosa, le quali si fanno complici della custodia di “segreti proibiti”, generando, damblè, il circolo vizioso dei tradimenti. L’amore vero, secondo le opere editoriali e non del professor Meluzzi ha un complice segreto… un alleato d’eccezione invisibile ma reperibile, anche, ai sensi: è il vessillo di uno Spirito Santo che rende tutto veritiero, come le parole, i discorsi stessi che il popolare docente infonde convintamente. Gli occhi del Meluzzi brillano, nel chiarore, di una veridicità che lo contraddistingue, che conquista, creando le condizioni di fiducia, in tempi, in cui la fiducia è una protagonista, assente, del vivere quotidiano e, nella fattispecie, nei rapporti affettivi, fondati sull’instabilità, con tutte le conseguenze del caso (vedi calda questione pacs). L’ibrido, l’ambiguità, l’apparire piuttosto che l’essere, lo sfuggire, la maschera delle convenzioni, non sono tra i migliori alleati di chi professa una linearità di pensiero e vita, che non fa rima, certo, con noia. Ascoltare Alessandro Meluzzi infonde quella carica di tranquillità e scaccia l’inquietitudine esistenziale, che il grande, “ermetico” Eugenio Montale ben seppe descrivere “Nel mal di vivere”. I suoi ragionamenti, la sua eleganza (tipica del segno cui appartiene… l’estetica, raffinata bilancia), rendono Meluzzi attraente, agli occhi del pubblico, ed equilibrato, verso se stesso. Le sue idee sulla vita si fondano su una roccaforte, la famiglia; la stabilità della famiglia si fonda nell’incontro di due anime, inanellate tra eros, agape e philìa che porta nell’unica direzione possibile: quella del matrimonio siglato dal Creatore, per mezzo di un suo tramite, il padre di chiesa... “Un matrimonio riuscito è una perla rara”! - afferma Alessandro Meluzzi - nelle sue numerose video-ospitate. E’ proprio attraverso un qualcosa di sovrannaturale, di misterioso che si superano le bufere, inevitabili, in un lungo rapporto coniugale. L’intelligenza della lungimiranza, basata sullo stare “insieme” – insiste il professore - se accordata da qualcosa di superiore, “riconosciuta dagli interessati”, non solo permette di far durare, “per sempre”, un idillio matrimoniale, ma l’arricchisce di serenità, crea nella ed intorno alla coppia, un’aurea di protezione. Il dono del mutuo soccorso va esercitato, non tanto, per il rispetto “umano” che si deve al padre o la madre dei nostri figli (che non ha nulla a che vedere con il senso di colpa di chi combina danni, in giro per il mondo, e, poi, per farsi perdonare, torna a casa, mogio, magari, anche, con un dono per “lei”, acquistato, alla presenza di un’ignara “altra”, la sera stessa del tradimento, della prima), quanto per aver compreso, com’è bello, mantenere quel giuramento fatto, dinnanzi all’altare, poco o tanto tempo prima. Certo, l’amore, muta, nel tempo, ma, è proprio lì, la forza dell’uomo, la grande sfida da superare insieme alla donna prescelta, in qualità di sposa… non guardarsi troppo intorno, o al limite guardare solo “senza lanciare messaggi di aperta o celata cupidigia”, verso passanti e avventuriere tentate e tentatrici, solo, perché tanto “occhio non vede e cuore non duole”. Le donne, sentono, capiscono, intuiscono, prima e meglio dell’uomo, la distanza di quest’ultimo, a vantaggio di una rivale occasionale o ancor peggio… di una “nascosta” avversaria stabile, per quanto stabile possa definirsi il ruolo dell’amante o come molti uomini preferiscono indelicatamente definire, “l’altra”… “amica amorosa”, (stereotipazione verbale, questa), di un rapporto intimo, offensivo, all’ennesima potenza, verso comunque, quella donna che, seppur, nell’accondiscendenza della propria carnalità bacata, si è offerta, credendo di amare l’uomo fedifrago, che l’ha trascinata in basso, seducendola, con cui ella ha deciso d’investire il suo tempo. Credere, allora, nella propria metà, con amore, passione, desiderio, stima immutata, anche, se, ella sta perdendo o ha perso la bellezza giovane, lo smalto estetico, che, un tempo, conquistò, è la risposta d’amore più grande che si possa dare, alla stessa. Qualsiasi uomo, donna, di qualsiasi razza, religione, cultura, merita quell’amore del “finche morte non ci separi”, che comprende tutto, agape, eros, philìa, ma per meritarlo, l’uomo, la donna devono sapere, devono conoscere, conoscersi, per riconoscere e discernere. Ciò è, da oggi, possibile, anche, grazie al volume ultimo, in presentazione, ieri, dell’affascinante psichiatra, Alessandro Meluzzi, “Eros Agape: un’unica forma d’amore”, un regalo cartaceo da fare e da farci, in vista, perché no, del San Valentino del costume e del business, al cacao meravigliao, degli intramontabili Baci Perugini, che tra poco arriverà.

 

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