di Denise Pardo
L'invasione dei reality. I format fotocopia. Il calo degli ascolti. Daria Bignardi dà le pagelle a Rai e Mediaset. E confessa: "Ho una passione per D'Alema"
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Quest'anno vuole Berlusconi: "Chi non lo vorrebbe?". Intanto, aspettando Silvio, ha già incassato il sì di Massimo D'Alema. Daria Bignardi la conduttrice delle "Invasioni barbariche" su La7, programma che è stato la rivelazione dell'anno scorso, icona un po' cool (ha un fan club che ha messo la foto di tutta la sua famiglia su spille, piatti, asciugamani e carte da gioco), stile ironico e vagamente con la puzza sotto al naso ("Snob io? Sì, lo sento dire, ma solo perché sono un orso di carattere") commenta con "L'espresso" l'esordio della tv di quest'autunno. Difende i reality, che le hanno dato la fama, stigmatizza chi parla male della televisione, ricorda i tempi in cui lavorava in Rai con Gad Lerner e Gianni Riotta.

Il debutto della stagione televisiva ha riservato delle sorprese. Il pubblico mostra un calo di desiderio nei confronti dei reality. Paolo Bonolis ha già cambiato orario e lunghezza del programma. Miss Italia ha perso dieci punti di share. Guadagnano audience le tv altre, il satellite, La 7. Come l'anno scorso le sue "Invasioni barbariche".
"È inevitabile. Credo che tra dieci anni la tv in chiaro sarà guardata solo dagli anziani. Sul satellite c'è tutto e tutto è fatto bene. È normale che un pubblico più giovane emigri lì. Quest'estate non ho visto la televisione perché con Internet non serve, ti scarichi sul computer quello che ti pare, dove ti pare. È un processo che sarà sempre più tangibile. Abituiamoci".

Una televisione per anziani e con pochi soldi da spendere. C'è l'antidoto?
"Sta soprattutto nella capacità di fare prodotti insostituibili. Se mandi in chiaro 'Dr. House', 'Desperate Housewives' , 'Lost', Milena Gabanelli, Giovanni Floris, Giuliano Ferrara, Toni Capuozzo, Fabio Fazio o un buon reality, il pubblico ti segue. La qualità è quella cosa che ha un valore aggiunto. È la strada che ha preso La 7 perché non aveva molti mezzi, ma anche per trovare un suo spazio. I dirigenti delle due principali tv questa volta dovranno fare i conti sul serio con la qualità, perché in ballo c'è la pubblicità da trattenere. C'è da dire che va molto di moda criticarla, ma la tv è piena di programmi ben fatti. È una forma di snobismo che diventa però pericolosa e attiva quando esiste la possibilità di un'altra scelta".

Perché i reality perdono colpi?
"Forse sono troppi. E poi non sarei così categorica. 'La pupa e il secchione', ne ho visti dieci minuti, mi sembra che vada benone; 'Circus' ha ascolti deludenti, ma ha una regia strepitosa, bellissimi costumi. Può darsi che sia troppo alto, che paghi il non avere le mamme che piangono, quelli che si innamorano: è un po' cinematografico. 'L'isola dei famosi' arriva dopo l'edizione con Al Bano che è stato il più bel reality della storia dei reality. In ogni caso non bisogna considerare i reality una manna. Bisogna farsi venire delle idee e non dare nulla per scontato".

In un sondaggio web lei ha vinto ancora la palma fra le conduttrrici dei reality.
"Mi hanno portato anche una maglietta: 'Daria Bignardi reginetta dei reality'. L'ho messa giorni fa andando a trovare mia madre a Ferrara. Luca Sofri, mio marito, mi ha detto: 'Sei pazza, ma se dobbiamo scendere in un autogrill?'. L'ho rassicurato: 'Mi metto il giubbotto'".

Lei ha una responsabilità. In fondo è stata la madre di tutti i reality, con la prima edizione del "Grande fratello". Si sente in colpa?
"Me lo chiedono sempre. No. Chi li vede è libero di cambiare canale. Quelli che partecipano sono consapevoli, firmano per essere spiati che, di questi tempi... Per me condurre il 'Grande fratello' è stato un po' casuale. In quei mesi avevo quasi firmato per lasciare Mediaset per la RaiDue di Carlo Freccero. Mi riacciuffò Giorgio Gori dicendo che il 'Grande fratello' era pane per i miei denti. Io non volli vedere neanche la cassetta. Poi in un editoriale Eugenio Scalfari ne parlò come del demonio. Lì mi sono ingolosita e pensai: 'Bè, questa grana non me la lascio sfuggire'. Sa, ero un po' giovane, avevo ancora voglia di grane".
Dopo, "La fattoria". Poi ha lasciato.
"Ho condotto un reality con persone comuni, uno con persone famose. Fatti due, fatti tutti. Avevo un contratto per tre anni, poi grazie a Dio, sono rimasta incinta e l'ho scampata. Quando ho avuto la proprosta di La 7 il mio accordo era in scadenza e volevo provare altro. Ho pregato Piersilvio Berlusconi di lasciarmi andare, è una persona molto gentile, molto perbene. 'Le invasioni barbariche', che avevo già in mente, era un genere poco interessante per Mediaset, da terza serata. Guardi Bonolis: se fosse per lui farebbe solo il 'Senso della vita', ma per contratto deve lavorare anche per la fascia più ghiotta".

Anche perché è pagato tantissimo. Lei?
"Non sono pagata tantissimo. Per carità, in televisione si guadagna anche troppo per quanto è divertente questo lavoro...".

Che sbagli ha fatto il centrodestra in televisione, in particolar modo in Rai?
"Il più grosso errore è stato l'editto contro Biagi, Santoro, Luttazzi. Poi la storia di vallettopoli... Non ho nulla contro le vallette, ma la vicenda è stata il simbolo dell'uso della televisione in quel periodo. Ora il bubbone è scoppiato e forse è più chiaro a tutti che non si possono piazzare delle persone solo per fare dei piaceri a qualcuno".

Cosa spera faccia il centrosinistra?
"Spero la pianti con questo sistema. Faccia fare i programmi a chi li sa fare. Paolo Ruffini, direttore di RaiTre, è stato molto bravo. Ma anche il tanto criticato Fabrizio Del Noce ha portato dei buoni risultati, credo. Si lasci lavorare Antonio Marano. Non bisogna cambiare per forza perché è girato il vento. Si ridia spazio a Freccero, si valorizzi di più Giovanni Minoli, senza considerare chi fa parte del correntone o del correntino. Il centrosinistra può farlo perché ha la cultura e le teste. Paolo Gentiloni mi sembra una persona perbene. Da personaggi del centrodestra come Maurizio Gasparri non mi posso aspettare che rivoluzioni la Rai, da Gentiloni sì. Sarà molto grave se il centrosinistra non coglierà questa occasione".

Lei ha lavorato in Rai e a Mediaset.
"In Rai ho lavorato, come dire, da ultima ruota del carro. Sono stata redattrice per tre anni a 'Milano, Italia' con Gad Lerner e Gianni Riotta. Lerner era una punta di diamante, nervoso, bravissimo, esigentissimo: un mastino. Riotta era più leggero, più gentile. Con lui si rideva un sacco. Con Gad si sputava sangue. A Mediaset sono stata dieci anni e ho fatto cose molto più importanti. Ma rispetto alla Rai, c'è un clima molto familiare, è un'azienda dove tutti si sbattono per tirare avanti la carretta, mi sembrava tutto molto trasparente. La politica, Silvio Berlusconi? Era già sceso in campo e non posso dare un giudizio perché non mi occupavo di informazione".

Telecom e i suoi vertici sono nella bufera. C'è tensione a La7?
"Non si avverte. Il direttore Antonio Campo Dall'Orto pensa alla rete, ai programmi, ai palinsesti. È uno molto poco politico, molto concreto. Forse a Roma dove ci sono i palazzi, il potere...".

Parlando di Roma sembra un po' leghista.
"È bellissima, ma non so se sarei capace di starci, di gestire una socialità complicata. Quando ci vado, nei ristorante il maître mi accoglie dicendo: 'Ah carissima, signora Bignardi'. A Milano non mi si fila nessuno. Riesco a fare le cose in situazioni in cui mi sento poco osservata".

Quest'anno ha detto che vorrebbe avere come ospite Berlusconi e che i contatti stanno andando avanti. Perché dovrebbe venire da lei?
"Sarebbe una mossa a sorpresa".

Vuole disperatamente anche Massimo D'Alema per cui ha una passione ufficiale.
"Tutte le donne hanno una passione per lui. È una persona molto interessante, spiritosa, molto da raccontare al di là del sarcasmo e di quei suoi irresistibili fastidi".

Lui ha detto no?
"Lui ha detto sì . Dobbiamo trovare la data. Ci siano incontrati a Filicudi quest'estate, abbiamo fatto quattro chiacchere. Lui e mio marito Luca si conoscono, D'Alema ha ottimi rapporti con mio suocero, è una persona che in famiglia si sente nominare. L'ho sempre seguito in modo particolare, credo che lui abbia letto cosa scrivo di lui. Ahimè, in Italia ci si conosce un po' tutti".
Si dice che le porte delle 'Invasioni' sono chiuse per chiunque abbia scritto o detto qualcosa di negativo su suo suocero Adriano.
"Non vedo perché dovrei dare spazio ai nemici che hanno attaccato qualcuno che mi è molto caro. Si può essere contro Adriano Sofri in molti modi. Diciamo che i nemici più sgradevoli di solito sono persone sgradevoli. Non averli è un arricchimento e non un limite per il programma".

Lei è un po' raccomandata?
"Rido".

Finiamo l'intervista come fa lei nel suo programma. Con le domande "pistola alla tempia". Con chi preferirebbe uscire a cena, con Marco Tronchetti Provera o Guido Rossi?
"Con Tronchetti. È un gran bell'uomo e quell'aria un po' malinconica è così affascinante...".

Con Michele Santoro o Antonello Piroso?
"Con Piroso".

È anche il direttore del tg di La7. Spirito aziendale?
"Libera di pensarlo. È che mi sembra piuttosto bonazzo".

Silvio Berlusconi o Romano Prodi?
"Scelgo Berlusconi. È divertente e magari mi fa anche una cantatina".