Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Prosegue la nostra crociata per un’amministrazione fondata sui principi dell’imparzialità e della trasparenza”




Roma - “Mi chiedo fino a quando il Comune farà finta di non ascoltare le nostre proteste. Andremo avanti ad oltranza sino a quando Alemanno non affronterà la questione di petto”.
Così Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, ha commentato il suo ultimo incatenamento, questa volta inscenato presso la sede dell’emittente televisiva romana T9.
Obiettivo della protesta portata avanti dal movimento per la difesa dei diritti dei cittadini, è di richiamare l’attenzione sulla corruzione dei vigili urbani e dei dipendenti degli uffici tecnici del comune di Roma.
L’Italia dei Diritti chiede da tempo un tavolo di confronto col Sindaco al fine di avviare un procedimento per la rotazione intermunicipale ogni tre anni degli agenti di polizia municipale e dei dipendenti delle U.O.T., ma ad oggi le richieste sono rimaste inascoltate.
L’incatenamento davanti agli studi di T9 fa eco a quelli avvenuti finora dinnanzi alle sedi della Regione Lazio, del Campidoglio, dell’Agi e delle sedi romane dei quotidiani La Repubblica e Il Messaggero.
Ad oggi De Pierro può contare su un folto consenso popolare, già raccolte infatti oltre 30.000 firme di cittadini stanchi della cecità del Comune sulla questione.
Presente su Facebook un gruppo di sostegno alla causa che conta 4 mila membri.
“A Roma sono presenti alcuni vigili urbani e dipendenti degli uffici tecnici che pongono i loro interessi personali davanti ai doveri di istituto, infangando il corpo e il ruolo per cui sono stati chiamati a operare, oltre che a recare un danno inestimabile ai cittadini e alla città. Per evitare questo, e per una Pubblica Amministrazione finalmente sana e pulita – sostiene il presidente del movimento – rinnovo l’invito a chi di competenza di adottare in tempi brevi un piano opportuno. In caso contrario – conclude De Pierro – proseguiremo con le nostre azioni”.