Mercoledì 13 gennaio alle 17.00 nella splendida cornice della Galleria di Arte Antica in Palazzo Corsini si terrà a Roma una conferenza sulla pittura di Mattia Preti e la tecnica pittorica nel Seicento romano. L'incontro, introdotto da Giorgio Leone, sarà tenuto dagli storici dell'arte M. Beatrice de Ruggieri e Marco Cardinali e approfondirà la particolare tecnica pittorica dell’artista calabrese confrontandola con quella degli altri pittori a Roma nel corso del quarto e quinto decennio del secolo.

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L'evento si svolge nell'ambito della mostra"Mattia Preti: un giovane nella Roma dopo Caravaggio (28 ottobre 2015 - 18 gennaio 2016).
Curata da Giorgio Leone e organizzata nell'ambito del programma di eventi promosso dal Comitato per il IV centenario della nascita dell'artista, presieduto dallo stesso Sgarbi, e delle manifestazioni romane legate al Giubileo coordinate dal Mibact, l'esposizione vuole approfondire un particolare aspetto della vicenda artistica del pittore, fra i maggiori esponenti dell'arte italiana del Seicento: la sua formazione nella Roma papale dopo la morte di Caravaggio. La mostra - organizzata dai segretariati regionali del Mibact della Calabria e del Lazio, con il finanziamento della Regione Calabria - rimarrà aperta dal mercoledì al lunedì, fino al 18 gennaio.
Sono ben ventidue le opere provenienti da prestigiose istituzioni europee e italiane, dal Musée des Beaux-Arts di Carcassonne agli Uffizi, dalla Galleria Nazionale di Cosenza alla Pinacoteca di Brera, e da alcune collezioni private italiane, londinesi e svizzere. Capolavori che consentono di ripercorrere le prime tappe della sua carriera, dall'arrivo a Roma fino al 1649, anno della commissione dello stendardo giubilare di San Martino al Cimino. Tra i dipinti espostici sono alcuni interessanti inediti e veri capolavori della produzione giovanile dell'artista: il Soldato del Museo Civico di Rende, il Sinite Parvulos e il Tributo della moneta di Brera , la Negazione di Pietro di Carcassonne, la Fuga da Troia di Palazzo Barberini, il Salomone sacrifica agli idoli, la Morte di Catone e il Miracolo di San Pantaleo,considerato la sua prima committenza pubblica romana. Una sezione della mostra, inoltre, è dedicata al complesso rapporto con il fratello Gregorio, anche lui pittore, con cui Mattia Preti collaborò direttamente, come nel caso della Madonna della Purità della Chiesa Monumentale di San Domenico di Taverna. Il percorso espositivo si incentra sulconfronto con le opere presenti nell'allestimento storico della Galleria Corsini realizzate dai grandi maestri ai quali Mattia Preti si ispirò, a partire dal San Giovannino di Caravaggio.