| L'incontro di Italymedia con l'inquilino dell'Eliseo | 
              
               
                  | Qualche mese prima del neocolonialismo americano | 
              
               
                  | Così parlava il presidente francese Chirac in una nostra intervista di qualche tempo fa | 
              
            
               
              di Feliciana 
                di Spirito
                            
              
Parigi. 
                Il secolo è nato nelle prime ore di una giornata storica: l'11 
                settembre 2001. Nascendo è precipitato vertiginosamente in un'altra 
                epoca: incerta, imprevedibile e fragile. Tutti parlano di solidarietà, 
                ma ciò che è realmente cambiato, dopo questa data, è la presa 
                di coscienza collettiva di una necessaria riflessione. Gli Stati 
                Uniti e la Russia si avvicinano, la Cina entra in un gioco di 
                alleanze, e l'Europa, in un mondo in ricostruzione, cerca di preservare 
                la sua influenza strategica. La Francia occupa un ruolo di primissimo 
                piano nello scenario politico internazionale. 
              
                Presidente, qual è il suo punto di vista? 
                Il tempo della decisione e dell'azione deve coincidere col tempo 
                della riflessione. E' il momento d'interrogarsi e di trarre lezioni 
                dagli eventi. 
              Di quali lezioni parla? 
                La prima di queste lezioni è la forza dell'unione e della fraternità 
                nazionale: riconoscersi negli stessi valori, negli stessi ideali, 
                amare la propria patria e soffrire nel vederla ferita, nutrire 
                sentimenti forti che permettono di vivere meglio il presente e 
                costruire meglio un avvenire comune. La seconda è la necessità 
                di una reale solidarietà internazionale e di un dialogo intenso 
                e vivo delle culture. 
              E come crede si possa realizzare tutto ciò? 
                
                Troppe sono le ingiustizie nel mondo. Troppi i contrasti tra i 
                paesi ricchi, e sempre più ricchi, e i paesi poveri, e sempre 
                più poveri."Troppi bambini, donne e uomini privi di tutto, dei 
                beni materiali più elementari, ma anche di educazione e di accesso 
                alle cure. Anche se alcuni Stati sono i primi artefici della loro 
                infelicità, della sfortuna dei loro popoli, è chiaro che dobbiamo 
                inventare nuovi strumenti al servizio della solidarietà internazionale, 
                perché la miseria ,l'ignoranza, le frustrazioni, il sentimento 
                di umiliazione sono moralmente inaccettabili. 
              Tendere la mano vuol dire anche rimettersi 
                in questione, saper ascoltare, comprendere. Ma l'occidente è degno 
                dei valori democratici ed umanistici su cui si fonda? Ed ha sufficientemente 
                la volontà di dividere ciò che ha? 
                Per spegnere i numerosi focolai di odio e incomprensione è assolutamente 
                necessario che i popoli si parlino, si ascoltino, si rispettino. 
                Ed è evidente che nessuno può sfuggire ad un attento esame di 
                se stesso per capire l'altro. Su questa via, quella del dialogo 
                tra le culture di uguale dignità, la Francia ha certamente, per 
                la sua storia, un particolare ruolo da giocare. Farò di tutto 
                affinché il mio paese si faccia portavoce di questo messaggio 
                di lotta contro l'ingiustizia e la miseria. con la speranza di 
                percorrere la via della solidarietà, che diventa la via maestra, 
                sviluppando, lungo il tragitto, la cultura della pace. 
                            
                 
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I 
                          "marines" della cronaca 
                           - Nella lugubre contabilità della guerra ancora 
                          una volta tanti giornalisti - Alto il numero di vittime 
                          immolate sull'altare del diritto all'informazione del 
                          villaggio globale.  
                       
                      -  
                        
                      
 
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                          Chi e' Saddam Hussein?  
                           - Italymedia disegna un profilo biologico del tiranno 
                          di Bagdad - La vita tormentata dell'uomo che Bush ha 
                          deciso di eliminare. Ma a quale prezzo?.  
                       
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Armi 
                          letali al servizio di una "ingiusta" giustizia a tratti 
                          inevitabile?  
                           - La guerra è… giusta … santa … offensiva … difensiva 
                          … tradizionale … fredda … civile … militare … imperialista 
                          … un calendario di orrori umani, che non conosce limiti 
                          di sorta in ogni epoca della storia - * Filosofia * 
                          Religione * Politica - Il mappamondo delle guerre dalle 
                          origini fino a quel tragico 11 settembre 2001. Un'analisi 
                          mirata a chiarire come, quando e perché viene adottato 
                          il conflitto armato a strumento risolutore.  
                       
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In 
                          tre milioni a Roma per protestare contro la guerra 
                           - Tanti i politici, anche di destra, e gli artisti. 
                          La Rai, tv di Stato di regime, piegata al ricatto padano, 
                          si defila dall'obbligo d'informazione democratica - 
                          Dalla piazza viene la richiesta di soluzioni concrete, 
                          l'alternativa ad un conflitto armato ipocrita.  
                       
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