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ATTUALITÀ E CRONACA
05
L'incontro di Italymedia con l'inquilino dell'Eliseo
Qualche mese prima del neocolonialismo americano
Così parlava il presidente francese Chirac in una nostra intervista di qualche tempo fa

 

di Feliciana di Spirito

Parigi. Il secolo è nato nelle prime ore di una giornata storica: l'11 settembre 2001. Nascendo è precipitato vertiginosamente in un'altra epoca: incerta, imprevedibile e fragile. Tutti parlano di solidarietà, ma ciò che è realmente cambiato, dopo questa data, è la presa di coscienza collettiva di una necessaria riflessione. Gli Stati Uniti e la Russia si avvicinano, la Cina entra in un gioco di alleanze, e l'Europa, in un mondo in ricostruzione, cerca di preservare la sua influenza strategica. La Francia occupa un ruolo di primissimo piano nello scenario politico internazionale.


Presidente, qual è il suo punto di vista?

Il tempo della decisione e dell'azione deve coincidere col tempo della riflessione. E' il momento d'interrogarsi e di trarre lezioni dagli eventi.

Di quali lezioni parla?
La prima di queste lezioni è la forza dell'unione e della fraternità nazionale: riconoscersi negli stessi valori, negli stessi ideali, amare la propria patria e soffrire nel vederla ferita, nutrire sentimenti forti che permettono di vivere meglio il presente e costruire meglio un avvenire comune. La seconda è la necessità di una reale solidarietà internazionale e di un dialogo intenso e vivo delle culture.

E come crede si possa realizzare tutto ciò?
Troppe sono le ingiustizie nel mondo. Troppi i contrasti tra i paesi ricchi, e sempre più ricchi, e i paesi poveri, e sempre più poveri."Troppi bambini, donne e uomini privi di tutto, dei beni materiali più elementari, ma anche di educazione e di accesso alle cure. Anche se alcuni Stati sono i primi artefici della loro infelicità, della sfortuna dei loro popoli, è chiaro che dobbiamo inventare nuovi strumenti al servizio della solidarietà internazionale, perché la miseria ,l'ignoranza, le frustrazioni, il sentimento di umiliazione sono moralmente inaccettabili.

Tendere la mano vuol dire anche rimettersi in questione, saper ascoltare, comprendere. Ma l'occidente è degno dei valori democratici ed umanistici su cui si fonda? Ed ha sufficientemente la volontà di dividere ciò che ha?
Per spegnere i numerosi focolai di odio e incomprensione è assolutamente necessario che i popoli si parlino, si ascoltino, si rispettino. Ed è evidente che nessuno può sfuggire ad un attento esame di se stesso per capire l'altro. Su questa via, quella del dialogo tra le culture di uguale dignità, la Francia ha certamente, per la sua storia, un particolare ruolo da giocare. Farò di tutto affinché il mio paese si faccia portavoce di questo messaggio di lotta contro l'ingiustizia e la miseria. con la speranza di percorrere la via della solidarietà, che diventa la via maestra, sviluppando, lungo il tragitto, la cultura della pace.

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